mercoledì 22 ottobre 2025

MASSINI E IL TEATRO DI PONTEDERA

Fa bene il ministro Giuli ad aver paura di Massini. Il regista, attore e anche direttore artistico è un mago della scena. L’altra sera, al Teatro Era, il performer fiorentino ha improvvisato un lungo elogio del teatro impegnato, semplicemente commentando il programma della prossima stagione del Teatro Era. E così facendo ha inchiodato alla loro poltroncina, per un’oretta buona, oltre 200 persone venute a omaggiarlo e a fargli sentire la loro vicinanza, rispetto all’ingiusto declassamento deciso dal Ministero della Cultura che ha comportato il taglio dei fondi al Teatro della Toscana, di cui anche l’Era fa parte.

E fa bene Giuli ad aver paura di quest’uomo perché è un rappresentante tosto di una cultura di sinistra che nelle sue mani riprende un po' di vigore, racconta con durezza le cose e, forse, riconquista spazio. Certo è un personaggio molto assertivo, Stefano Massini. Con le idee chiare. Molto convinto di sé. Con una visione militante del teatro. Che resta, per lui, uno strumento per cercare, capire e trasmettere la verità. Uno strumento essenziale della lotta anticapitalista, da usare contro la cultura e la politica della destra. Senza se e senza ma. Non sembra uomo da compromessi. O almeno così si presenta.

Non meraviglia quindi che anche il pubblico pontederese ne sia rimasto affascinato; e che quando lui ha promesso che tornerà a maggio per valutare con gli abbonati la qualità degli spettacoli che ha personalmente scelto, la sala gli abbia regalato in un lungo caloroso applauso.

Ma ha costruito davvero una buona stagione per Pontedera? Difficile dirlo. Massini ha detto di aver fatto molto di testa sua. Tuttavia gli spettacoli andranno visti.

Si può forse notare che nel cartellone mancano testi del grande teatro classico: dagli autori antichi a quelli tra fine Ottocento e primo Novecento. Niente Pirandello o Ibsen o Cechov. Né ci sono autori contemporanei di spessore. In compenso parecchio sperimentalismo.

Nell’insieme sembra un cartellone un po' squilibrato, un po' troppo ideologico e poco plurale. Ma un programma così è quello che ci si aspetta da Massini. Chi lo ha scelto come direttore artistico lo conosceva bene. Penso perfino (ma senza poterlo dimostrare, come diceva Pasolini) che chi lo ha scelto abbia messo in conto anche lo scontro col Ministero, per finalità che a me sembrano chiare.

Ma tornando a Pontedera, trovo positivo che gli studenti pontederesi delle superiori vengano portati a vedere alcuni spettacoli come annunciato da Massini. Però non dimentico che da sempre l'Era ha presentato progetti con e per le scuole che alla fine si sono rivelati poca cosa e non hanno sedimentato relazioni stabili.

Infine Massini ha promesso che produrrà uno spettacolo teatrale sul tema del lavoro e sulla storia della Piaggio. Sarà a fine stagione e fuori abbonamento. Credo che, dopo oltre 10 anni dalla performance sulla fabbrica di Ascanio Celestini, uno spettacolo del genere sia davvero urgente e necessario per Pontedera. Se non altro per provare a dare una punzecchiatura alla politica cittadina che è passata da una relazione intima e quotidiana con la fabbrica alla rimozione consapevole della sua presenza.

Segnalo per concludere che Massini non ha invece detto niente sulla scarsa apertura della struttura. Niente sulla mancata relazione tra il teatro Era e le molte esperienze di teatro popolare e amatoriale diffuse in Valdera. Niente sulle relazioni occasionali con l’associazionismo culturale cittadino. Niente sul fatto il Teatro Era non faccia più alcuna formazione teatrale per i giovani e per gli adulti (e questo nonostante la forte domanda che sale dal territorio). Niente sul teatro per i bambini e i ragazzi. Poco sulla ricerca teatrale. Nulla sulla mancata utilizzazione, anche in estate, del meraviglioso anfiteatro alla greca collocato all’esterno della struttura. Tutto questo resta nelle mani dell’amministrazione comunale che fa quello che... può.

Insomma di un teatro Era più aperto e più prossimo alla città (Piaggio a parte), con una strategia chiara, Massini non ha detto niente. 

Certo il suo mandato è appena iniziato. Certo non era l’occasione giusta. Certo la sua presenza sarà sicuramente illuminante anche per il nostro Teatro. Ma è bene ricordare che sarà anche il pubblico (e la città) a fare la qualità del suo teatro. 

Vietato addormentarsi.

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