mercoledì 7 dicembre 2016

Il pd a guida Renzi dovrà scegliere alleati per le elezioni
Se è vero che Renzi ha deciso di andare a votare (ma Matteo è il più imprevedibile dei condottieri politici apparsi sulla scena del paese degli
ultimi 70 anni), deve affrontare il problema di chi scegliersi come alleato o decidere di correre da solo. Ovviamente, come ha scritto Ezio Mauro, sarebbe meglio lavorare per ricostruire una "sinistra di governo moderna, occidentale, europea, finalmente risolta", ma in attesa di risolvere il problema da nulla posto da Mauro ovvero di quadrare il cerchio, forse si dovrà pensare alla prossima campagna elettorale. E in tal caso è difficile che il pd del si al referendum si rappacifichi con Bersani e Vendola e riproponga la grande armata di centro sinistra che guarda a sinistra che con bersani non riuscì a farcela nel 2013. Nel frattempo, tra l'altro, la sinistra bersaniana e vendoliana si è ridotta a poca cosa, e difficilmente con loro Renzi riprenderebbe anche solo i voti del 2013. Oltre tutto il referendum ha bombardato gli ultimi ponti che collegavano il centro sinistra con quel che resta di una sinistra sinistreggiante. Mentre sempre il referendum ha rinsaldato lo strano ma non imprevedibile connubio del centro-sinistra col centro destra fuoriuscito dall'area berlusconizzata. È l'armata del no, un centropocodisinistra con una spruzzata di destra, quella che Renzi potrebbe provare a manovrare per arginare l'avanzata grillina che potrebbe contare al ballottaggio sul sostegno della destra berlusconizzata e salvinista.
Ma non so se Renzi vuole andare davvero al voto e se Mattarella ce lo manderà. Questo lo vedremo vivendo.

Resta comunque per Renzi (e ovviamente x il pd) il problema di quale alleanza mettere in campo per le prossime elezioni o i prossimi mesi in parlamento, perché anche dalla scelta delle alleanze dipenderanno la vittoria o la sconfitta. Perché anche se Bersani e Vendola tornassero all'ovile, in un eventuale ballottaggio peserebbero poco; mentre il centro destra berlusconizzato e grillo hanno dimostrato al referendum di poter contare su un elettorato fedele e manovrabile, disposto ad allearsi nel segreto dell'urna per fermare Matteo e far vincere il meglio posizionato dei loro candidati. Livorno, Torino e Roma ce lo insegnano. Per fortuna non è ancora detta l'ultima parola.

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