In un recente post referendario su fb, un amico di infanzia e di liceo, mi attribuisce una simpatia politica che non ho mai avuto. Sono ormai in silenzio elettorale. E non replico sul contenuto referendario. Intervengo invece sul filoberlinguerismo che mi si attribuisce. Ovviamente le questione è di nessun valore, se non per me. Ma ci tengo a precisare che pur essendo stato per un breve periodo negli anni settanta iscritto al pci non mi sono mai sentito un berlingueriano. Reputo infatti Berlinguer un uomo di alta statura morale, rispettabilissimo. Ma sul piano politico ritengo sia stato per varie e complesse ragioni un disastro. Con la strategia del compromesso storico di fatto Berlinguer preparò un sostanziale allargamento a sinistra del centrosinistra, sperando di fare in questo modo le scarpe a Dc e a Psi. Come sia finita è ormai storia. Nonostante i successi elettorali del 74, del 75 e del 76 Berlinguer e il pci non riuscirono infatti a sfruttare la situazione per modificare gli equilibri politici e in questo modo prolungarono la formula di un lungo centro sinistra non particolarmente vantaggioso per il paese. Ma non solo Berlinguer contribuì a prorogare la stagione di un centro sinistra di cui alla fine lo stesso pci rimase vittima, ma non riuscì nemmeno a tracciare una evoluzione del pci in senso socialista nel momento in cui l'utopia comunista tramontava nel resto del mondo occidentale. Peggio ancora: Berlinguer scatenò una guerra anticraxiana, ritenendo lui Craxi un pericoloso avventuriero, una guerra che si trasformò in una guerra fratricida tra psi e pci che alla fine degli '80 portò alla scomparsa di entrambe le forze politiche di sinistra. E a voler essere cattivi alla ipotesi di qualsIasi alternativa di sinistra in questo ameno passe. Quindi il mio giudizio sulle capacità politiche di Berlinguer è stato e resta piuttosto negativo.
Questo non mi impedisce di provare una certa simpatia umana per Berlinguer, ma niente di più.
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