Happy Hour all'ITIS MARCONI di Pontedera. VIII edition
Sabato 21 aprile ho fatto un salto all'H.H. del ITIS di Pontedera. E poiché come coordinatore della Rete Bibliolandia e direttore della Biblioteca Gronchi sono un partner dell'Itis in vari progetti (inclusa l'alternanza scuola lavoro), la prof. Serragoni mi ha assegnato una guida personale, una specie di "Virgilio", che in verità era una giovane Beatrice, che mi ha accompagnato in vari luoghi, laboratori e stand per illustrarmi la loro ottava edizione di Happy Hour della tecnica e della scienza. L'evento, nato da un'idea del prof. Massimo Bertolotti, è fortemente sostenuto dal preside Robino, che si avvale della collaborazione e dell'impegno di un fortissimo pool di professori e dei loro straordinari studenti. Così sabato sono transitato per i laboratori di chimica, di fisica, di meccanica e di elettronica. Sono passato dai radioamatori e dai costruttori di piccoli congegni animati da Arduino. Dalla biblioteca. Ho ascoltato spiegazioni in italiano ed in inglese, sono rimasto affascinato dalla spiegazione dello spazio curvo di Einstein e da altre "fumogene" e illuminanti dimostrazioni di chimica. Ho perfino affrontato spettrometri e sintesi clorofilliane, cercando di ripescare nella memoria profonda tracce delle lontane, svanite, conoscenze.E se alle 12,30 gli stand non si fossero svuotati, sarei rimasto ancora come un'ape curiosa a farmi impollinare di progetti e applicazioni da un bel gruppo di ragazzi sicuri di sé e orgogliosi di quello che stavano facendo.
Preciso che conoscevo e avevo già frequentato l'evento, ma mi ha fatto molto piacere vederlo crescere ancora. In qualità e in sicurezza espositiva. Almeno per quanto posso capirne io (e di materie tecnico-scientifiche, poco, lo confesso). Ma la partecipazione dei prof e l'atteggiamento dei ragazzi mi sono sembrati molto positivi. Davvero molto. E i livelli di motivazione e di partecipazione al gioco, incluso quello dell'apprendimento, sono strategici per ottenere buoni risultati. E questa discreta motivazione si toccava con mano. Era cosa viva. Palpabile. Faceva piacere respirarla.
Ho avuto la sensazione di cosa dovrebbe essere una buona scuola. Bravi dirigenti, professori motivati ed in grado di fare squadra, capacità di incoraggiare i ragazzi e di riuscire a coinvolgerli e a farli esprime da soli, col massimo di autonomia. Ragazzi che partecipano, mettendo in moto le mani e il cervello.E ancora: collaborazioni con l'esterno. Infine, certo, anche un pizzico di fortuna e di buona sorte, che non guasta. L'ITIS di Pontedera sembra davvero su questa strada.
Un lenzuolo e una palla di acciaio per spiegare la curvature dello spazio e il moto dei pianeti
La pressione dell'aria


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