Il museo Piaggio verso il futuro
Inaugurando i due nuovi padiglioni del Museo Piaggio di Pontedera, Roberto Colaninno, il 19 aprile, ha detto chiaramente che, certo, questa è ancora una casa della memoria, ma è anche un oggetto mobile ed è in cammino per diventare un grande museo, in grado di esporre perfino oggetti futuribili come GITA, una specie di valigia rotonda e mobile che segue le persone.
Il progetto che Colaninno ha inaugurato fa compiere un grosso, importante, balzo in avanti alla realtà museale di Pontedera che da piccolo santuario della Vespa, dell'Ape e del Ciao diventa anche un luogo di culto di alcune motociclette ed in particolare di quelle che stanno all'interno della Piaggio Group che oggi la famiglia Colaninno possiede e dirige. Mi riferisco alle moto Guzzi, alle Gilera e alle Aprilia.
Fisicamente il Museo Piaggio passa da 3000 a 5000 mq, ma i cambiamenti che questo fondamentale balzo in avanti annuncia sono ancora più importanti delle sue nuove dimensioni.
Naturalmente non tutto è stato esplicitato, ma gran parte della strategia che Colaninno ha in mente sembra ormai chiara.
Per prima cosa si precisa ancora meglio il core business del museo. Le due ruote, i prodotti dei marchi Piaggio (inclusi quindi Guzzi, Gilera e Aprilia), la storia del motociclismo italiano. Più in generale la storia della mobilità su due ruote. Il museo dovrà concentrarsi su tutto questo. Investire su questo. Fare marketing e attirare visitatori interessati a questo.
Poi c'è un secondo salto che si intravede, quello dimensionale. Perché, come ha lasciato intendere anche Colaninno, 5000 mq espositivi sono ancora pochi per un racconto che vuole coprire tutti i prodotti dei marchi di Piaggio Group. Per ospitare 1.000 persone giorno (e magari intrattenerle per almeno due o tre ore, magari offrendo loro la possibilità di una sosta in un piccolo ristorante e in un shop significativo con annessa libreria specialistica, perché no?) di mq ne servirebbero almeno 3 volte tante. Bisognerebbe pensare un progetto da 15.000 mq, magari su 3 piani. Magari ripensato anche in un altro spazio Piaggio, forse piu vicino ai suoi stabilinenti, con un parcheggio e altre comodita funzionali intorno. Perchè solo un progetto di queste dimensioni potrebbe raccontare al mondo una storia emozionante. Certo, questo è già un museo affascinante, ma lo diventerebbe ancora di più se i visitatori potessero muoversi con più comodità, più agio e supporti multilinguistici. Un museo cosi pensato potrebbe davvero raccontare a turisti provenienti da tutto il mondo (in grado di raggiungerci facilmente con l'aeroporto di Pisa a venti minuti di treno e di auto e il porto di Livorno a 40 minuti di bus) la storia delle due ruote motorizzate italiane e del genio tecnico che ha reso universali i marchi Piaggio.
Obiettivo realistico di questo museo? Conquistare almeno 300.000 visitatori all'anno. Almeno. E se davvero 300.000 visitatori all'anno piombassero su Pontedera, anno dopo anno, da tutto il mondo, avrebbero un impatto molto importante sull'economia della comunità e dei dintorni: dagli agriturismi alla ristorazione. Potrebbero perfino favorire la rinascita di una parte del commercio al minuto, insediato nel centro storico, che certo dovrebbe adattarsi a sostenere l'immagine di Pontedera città delle due ruote, ma ricavandone ampi vantaggi. E questi 300.000 turisti stranieri potrebbero perfino rimbalzare sul PALP e sostenere un centro espositivo di mostre di qualità. Se poi decollasse nei prossimi tre anni anche l'Atelier della Robotica, beh si potrebbe davvero cominciare a sognare un grande rilancio di Pontedera. E qui c'è bisogno del coraggio e dell'inventiva delle Istituzioni pubbliche. Quelle che hanno portato a stringere e a fare decollare la Biblioteca Gronchi coi suoi 250.000 utenti annuali e i 60.000 prestiti librari.
Certo per fare trecentomila visitatori al Museo Piaggio bisognerebbe aprire tutte le domeniche dalle 10 alle 18 e alle 19 in estate e non come ora due domeniche su 4 o su 5 al mese e l'apertura completa solo in luglio e in agosto. E il sabato servirebbe l'orario continuato. La contemporaneità ci dice che più vincoli mettiamo agli utenti più loro andranno da un'altra parte. Se vogliamo crescere, dobbiamo aprire di più.
Certo per fare trecentomila visitatori al Museo Piaggio bisognerebbe aprire tutte le domeniche dalle 10 alle 18 e alle 19 in estate e non come ora due domeniche su 4 o su 5 al mese e l'apertura completa solo in luglio e in agosto. E il sabato servirebbe l'orario continuato. La contemporaneità ci dice che più vincoli mettiamo agli utenti più loro andranno da un'altra parte. Se vogliamo crescere, dobbiamo aprire di più.
E ancora: un Museo Piaggio che facesse delle due ruote e della mobilità il suo core business potrebbe anche abbinarsi alla presenza sempre in Pontedera di un Centro studi di eccellenza sul futuro delle due ruote e, perché no?, della mobilità. E un Centro Studi di questo tipo, magari collegato ai progetti di Industria 4.0, potrebbe giovarsi nelle presenze culturali dell'Università di Pisa e della Scuola Sant'Anna in particolare, nonché di altre istituzioni culturali che sorgono sul viale R. Piaggio. E un centro così a sua volta potrebbe produrre conoscenze, attrarre cervelli e risorse.
Sogni? Mica tanto ad ascoltare anche le cose che hanno detto Jeffrey Schnapp (autore dell'idea di FuturPiaggio e del libro che le argomenta) che sta ispirando ed orientando il progetto museale di Colaninno (come dimostra il bel video che gira nella mostra e le osservazioni sulla mobilità che ha svolto l'architetto Greg Lynn (consulente del progetto GITA a Boston, anche lui presente in video nella padiglione FuturPiaggio) (vedi foto).
Ma più in generale l'impressione che ho ricavato ascoltando il discorso che Roberto Colaninno ha tenuto, a braccio, è che alcune delle idee che ho qui sintetizzato (insieme ad una forte fiducia nel futuro di questo progetto museale) siano ben presenti nella mente del Presidente e Amministratore delegato di Piaggio Group. Ed è sicuramente per questo che ha chiesto alle Istituzioni pubbliche fiducia e libertà di movimento. Ma su questo credo che almeno le Istituzioni locali saranno prontissime a dare una mano e a favorire rapidamente i sogni e gli investimenti di Colaninno.
Roberto Colaninno nei nuovi padiglioni del Museo Piaggio
Vespa cafè - sempre nuovo padiglione
Sala moto Gilera, Guzzi e Aprilia
Jeffrey Schnapp - autore di FuturPiaggio, con GITA nuovo strumento di mobilità
il volume catalogo FuturPiaggio di J. Schnapp
L'architetto Greg Lynn che illustra il senso del nuovo oggetto di mobilità - GITA






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