Tigri di carta. Debolezza dei partiti e instabilità sistemica in Italia (1994-2018) / EUGENIO PIZZIMENTI, Pisa University Press, 2020, Pisa
Incuriosito dal titolo, con un gruzzoletto di ferie prepensionistiche da smaltire, obbligato dai dpcm anti-Covid al rintanamento domestico, mi è capitato di leggere negli scorsi giorni un libro difficile, ma stimolante. I mezzi malati di "politica" come me (almeno spero di essere solo mezzo malato), pur avendo delle consapevoli e consolidate illusioni conoscitive, l'ironico Marx avrebbe parlato di una propria Weltanshauung, a volte si sfidano. E il libro di Pizzimenti, professore associato di Scienza Politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, per chi lo affronti con coraggio va esattamente in questa direzione: ti sfida e ti mette in difficoltà. Sicuramente pensato come manuale per i suoi studenti (che non invidio, o forse sì, ma solo per la loro giovinezza), scodella centoventi pagine di un dibattito teorico sui vari nodi e problemi che possono servire per affrontare e capire la scienza politica e la politica oggi, citando libri e autori di cui, ripeto, anche un mezzo appassionato di politica e un bibliotecario pensionando come me non sa quasi niente (e di sicuro è un problema della mia generazione). Infatti il libro di Pizzimenti ignora (ritenendoli probabilmente superati) gran parte dei libri e manuali di teoria politica scritti prima degli anni '90 (salvo qualche rara eccezione). Così la prima riflessione che mi è venuta a fine lettura è stata quella che per capire cosa accade in politica, oggi, occorre liberarsi (almeno mentalmente) del 90% dei propri libri di politica (e delle proprie idee politiche?). Ha ragione Pizzimenti? Non mi sentirei di escluderlo. Ma certo è una liberazione faticosa e dolorosa. Per alcuni, penso ai vecchi militanti con gli scaffali ancora zeppi di polverosi testi di Editori Riuniti e Einaudi, perfino impossibile.
Comunque sia, nelle successive 140 pagine l'Autore passa in rassegna, con l'uso di moderni indicatori funzionali (di cui ha precedentemente spiegato la valenza conoscitiva), l'evoluzione politica del sistema italiano dalla fine della prima repubblica (1992-1993) a oggi. E quello che ne viene fuori è efficacemente sintetizzato nel titolo: partiti come tigri di carta e un sistema endemicamente instabile e cangiante. Strutture, organizzazione, obiettivi, leaderschip politiche in Italia (ma non solo, perchè il suo studio contiene anche riferimenti comparativi), dagli anni '90 in poi, hanno dato vita a partiti e a un sistema politico magmatico e caotico, isomorfo (parola che ricorre spessissimo nel testo), dove raccapezzarsi è di per sé un'impresa. Modifiche continue dei sistemi elettorali (mattarellum, porcellum, rosatellum, ecc.), molteplici tentativi di riformare la costituzione, varie integrazioni tra maggioritario e proporzionale, farsi e disfarsi di formazioni politiche, governi tecnici a gogò, nel contesto anche di trasferimenti di poteri all'Unione Europea, ma con ripensamenti, polemiche, ecc., partiti padronali, contendibili, ereditabili, primarie fasulle e primarie serie, partiti fondati da comici e partiti che si frantumano per colpa di persone troppo serie, passaggi da un gruppo parlamentare ad un altro, tutto questo (e molto di più) ha trasformato il nostro sistema politico in un coacervo in cui solo i politologi, forse, non facendo nient'altro nella loro vita che studiare la politica, riescono a raccapezzarsi. O almeno questo è quello che ci ho capito. E quindi l'effetto disincanto è molto forte. Fin troppo.
Gli altri, i cittadini normali, ammesso che ce ne siano, vivono inevitabilmente di illusioni conoscitive (in sostanza si tengono strette le loro Weltanshauung giovanili oppure le cambiano quando preferiscono) e continuano a votare (ma molto meno a partecipare) ascoltando, come va di moda dire oggi, "la pancia", anzichè il cervello. Che l'esito poi sia quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni è quindi scontato. Anzi, ci va persino di lusso, visto l'organo che attiviamo quando chiacchieriamo di politica.
Concludo. Chi volesse fare un tuffo (anche rischiando di annegare) nelle nuove frontiere della politologia contemporanea dovrebbe tentare una lettura (faticosa) del libro e delle quasi impossibili tabelle con i codici e le sigle di Pizzimenti. Non so se ne uscirebbe migliore o più consapevole. Posso dire che solo come ne sono uscito io: sostanzialmente con la consapevolezza che non capirci più nulla nell'evoluzione del sistema politico italiano è una colpa che non mi posso imputare. Essere confusi è il minimo che ti può capitare quando guardi la politica italiana. Cosa che, comunque, da bravi cittadini, dobbiamo continuare a fare.
La politica italiana, un po' come la fisica quantistica, non è insomma più in grado di dirci cosa siano i corpi politici, dove siano esattamente posizionati e dove diavolo andranno a finire. Il sistema è troppo instabile e turbolento per poter fare (come accade con la metereologia) previsioni serie oltre i 4 o 5 giorni.
A parte questo, il libro, che contiene anche una bella bibliografia aggiornata, apre a orizzonti nuovi. Insomma, come tutti i bei libri, dice al lettore: bimbo mio, per capirci qualcosa, non basta avermi letto. Dovrai leggere e meditare anche molti altri testi. E poi ne sciorina l'elenco. Perchè si sa: che la verità stia in un libro solo, è una delle più antiche e immodificabile illusioni conoscitive dei Sapiens (Yuval Noah Harari docet).
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