domenica 20 dicembre 2020

La restituzione di Stefano

Carissimi concittadini,

anche se devo ammettere che i liberali non hanno costruito una nazione proprio come Dio comanda, l’Italia è il mio Paese. E provo un profondo rispetto per tutti coloro che per la nascita di questo Paese si sono battuti, hanno sofferto e, in alcuni casi, sono morti. Lo scrivo senza retorica, ma con convinzione. Credo che l’Unità Nazionale ci abbia dato una grande opportunità storica, che le generazioni successive a quella risorgimentale hanno solo parzialmente portato a forma, lasciando un bel po’ di lavoro anche agli italiani di oggi e a quelli di domani.
E’ per completare questo lavoro di costruzione dello Stato che mi sono innamorato del diritto e della storia (e di tante altre materie ancora) e che ho insegnato con grande passione e con intensità quotidiana in alcuni Istituti superiori, con l’obiettivo specifico di crescere ragazzi all’altezza di tempi sempre più complicati come quelli che state vivendo.
Mi sono anche impegnato per costruire la Biblioteca Cattolica della comunità, come istituzione culturale viva e quotidianamente aperta al pubblico, perché penso che leggere (e leggere molto) e frequentare biblioteche apra la mente e il cuore. Ho organizzato anche molte altre attività culturali, coltivando in particolare la memoria del nostro presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi.
Per queste ragioni la città mi ha conferito una targa riconoscendomi cittadino emerito nell’ambito della cultura e dell’istruzione.
Ora però ho saputo che il consiglio comunale, con una maggioranza praticamente degna dell’ex comunismo bulgaro, ha deciso di spazzare via il nome di Piazza Curtatone, che è uno dei simboli dell’Unità Nazionale, per sostituirlo con quello di un pugile, campione del mondo, dai “pugni proletari”, persona validissima, ma assolutamente non paragonabile all’identità collettiva che la battaglia risorgimentale richiama.
Se dovessi commentare questa decisione, userei torni così volgari che costringerebbero San Pietro, che pure è un santo e mi vuole bene, a spedirmi per quattro o cinquemila anni in Purgatorio. E lì non c’è internet. Sarebbe un disastro.
In sintesi considero la cancellazione del nome di Curtatone oltre che un’offesa alle patrie memorie, un atto profondamente diseducativo rispetto alle giovani generazioni. E un atto diseducativo è un passo indietro nella storia. E’ una vittoria dell’ignoranza sulla ragione. E’….
Per farla breve e senza arrabbiarmi, ho concordato con San Pietro che se il consiglio comunale non ritirerà la delibera con cui toglie il nome di Curtatone alla Piazza, io potrò restituire la medaglia che la città mi ha donato nel 2011.
Confesso che mi dispiacerebbe disfarmi di quel vecchio cimelio che ho ricevuto con molto piacere. Ma se vanno avanti con quella scelta, glielo restituisco. Cos’altro potrei fare?
Cordiali saluti
Stefano
PS. Il prof. Beppe De Martini, che come è noto è restio a scrivere anche l’elenco della spesa, mi chiede di dirvi che concorda su tutto quello che ho appena scritto. Restituzione inclusa.

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