sabato 18 maggio 2024

CALCIO, SOCIETÀ PARTECIPATE & EGEMONIA

Nel dibattito che qualche giorno fa ECOFOR ha organizzato sul “calcio sostenibile" non è mai emersa la domanda sul perché questa impresa si sia infilata nel mondo del pallone. È sembrata una cosa del tutto normale. Ma lo è davvero?

È davvero una scelta ordinaria che una società partecipata del comune di Pontedera, come Ecofor, acquisti le azioni di maggioranza dell’Us Pontedera e nomini presidente dell’Us Pontedera l’ex sindaco del Comune di Pontedera, Simone Millozzi, iscritto al PD? 

Così come sono iscritti al PD  il sindaco attuale di Pontedera Matteo Franconi e come probabilmente lo è l’Ad dell’Us Pontedera, Rossano Signorini, che è anche Ad di Ecofor. 

Come iscritto al PD è il presidente di Ecofor, Antonio Pasquinucci, che è anche presidente di SIAT, la società partecipata dal Comune che gestisce i parcheggi cittadini e prossimamente gestirà il project financing, ovvero importanti lavori pubblici per diversi milioni di euro in città.

Ma tutta questa concentrazione di uomini del PD ai vertici delle società partecipate e delle società partecipate da partecipate è casuale? 

Credo di no. E allora cosa indica?

Solo che il PD ha una buona classe dirigente locale che può saltare con facilità dai vertici delle istituzioni pubbliche a quelli delle società pubblico/private presenti sul territorio?

Si, certo. 

Ma suggerisce anche altro.

Io ad es. ritengo che l’intervento di Ecofor anche nel calcio sia legato a un interesse privato legittimo affiancato ad un progetto culturale più complessivo, che include la ricerca di consenso sociale e politico in città e nel territorio. 

Come ha dimostrato  Silvio Berlusconi, qualunque sia il business di partenza, il calcio e lo sport sono strumenti utili per allargare il giro di affari ed anche per esercitare una specie di gramsciana egemonia sulla società. Del resto, mentre le vecchie ideologie politiche muoiono o boccheggiano, le passioni e le appartenenze calcistiche sopravvivono e qualcuno ci investe sopra. Anche in provincia (il sindaco Bandecchi docet).

Ma per certi uomini che guidano le istituzioni pubbliche e che non dispongono dei soldi di Berlusconi non è facile controllare il calcio e ricavarne consensi. E poi i Comuni hanno vincoli. Ci sono le procedure amministrative. C’è la burocrazia che mette ostacoli.

Domanda: si possono aggirare questi vincoli?

Risposta: Non è facile. 

Però ci si può provare. Come?

Un modo sono le aziende partecipate dagli enti locali, soprattutto se queste imprese sono a maggioranza privata.

Nessuno è infatti in grado di controllare società miste a maggioranza privata che si comportano come soggetti sostanzialmente privati e rispondono ad un sistema di governance non proprio comprensibilissimo.

Ecofor e' uno di questi soggetti partecipati a maggioranza privata, che gioca un ruolo pubblico e che vuole allargarlo (altrimenti perché dotarsi di una fondazione). Ma perché vuole allargarlo? 

In parte per far funzionare meglio il proprio business e diversificarlo. In parte per compensare l’impatto che questa impresa ha sul territorio. In parte per creare consenso attorno a sé. E infine per rispondere alle richieste del potere politico e dialogare con gli enti pubblici di riferimento (comuni, province, regione, servizi sanitari autorizzativi, enti di controllo, ecc.).

E per muoversi agilmente torna comodo poter utilizzare due facce, una pubblica e una privata, e di volta in volta  indossare quella più adatta.

Per ottenere l’effetto “double face" serve collocare ai vertici delle partecipate uomini collegati sia al potere politico che al sistema imprenditoriale privato. Un capolavoro organizzativo. Formalmente corretto.

Così, ad es., ai vertici di Ecofor si trovano uomini molto legati al PD, il quale PD a sua volta è presente in molte istituzioni pubbliche locali, regionali e nazionali e con altri suoi iscritti o coi medesimi uomini è presente pure ai vertici di aziende partecipate. Tra queste società partecipate da partecipate c’è il Pontedera Us (dove quindi l’attuale sindaco di Pontedera finisce per essere presente, formalmente in maniera solo indiretta, facendosi rappresentare dall’ex sindaco nella cui giunta è politicamente cresciuto).

Quisquilie diranno i miei 25 lettori. Mica tanto. Perché è attraverso queste “presenze indirette” nel sistema delle partecipate e delle partecipate dalle partecipate che si costruiscono, in collaborazione coi vertici amministrativi istituzionali e con gli imprenditori privati, assetti gramscianamente egemonici, che in realtà hanno poco a che vedere con la cultura e molto con la gestione del potere politico ed economico e col controllo sociale. 

Si tratta di assetti oligarchici, in cui 7 o 8 persone, alla testa di enti pubblici e società partecipate rilevanti, gestiscono legalmente, attraverso una serie di passaggi, la realtà politica, quella amministrativa e quella economica, con la quale si interfacciano in vari modi.

E il calcio e lo sport sono tasselli di un sistema che è ormai caratterizzato da partiti di plastica, secolarizzati,e sempre più personalizzati. Padronali. E non solo su scala nazionale. Ma anche su quella locale. Perché anche in provincia la democrazia può azzopparsi. E la deriva oligarchica avanzare. Con uomini o donne di destra oppure di centrosinistra. Valdera docet.



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