Pontedera si è venuta configurando come un territorio dove si gestiscono una grande discarica, diverse attività di riciclaggio dei rifiuti e ora anche recupero di gas da rifiuti provenienti da varie parti della Regione.
Nella Toscana dei distretti industriali, a Pontedera e nella Valdera, mentre altrove si chiudevano inceneritori e discariche, è spuntato e ha assunto una dimensione importante un DISTRETTO SPECIALE.
ECOLOGICO? A valutare dalle problematiche sollevate dalla storia del KEU e dall’aria che a volte si respira in città non si direbbe proprio.
Ma la filiera dello smaltimento/riciclaggio/energia da rifiuti, che qui fa base, è sicuramente rilevante e la sua redditività pure. L’impatto ambientale, ragguardevole. E anche il coinvolgimento sociale si fa sempre più ricercato.
Il nuovo distretto è stato favorito da una modesta sensibilità ecologista della popolazione, ma soprattutto è figlio del consenso costruito da longeve maggioranze di centro sinistra che dagli anni ‘90 in poi gli hanno aperto la porta, ne ha favorito lo sviluppo, sperando di tenerlo sotto controllo e di ricavarne ovviamente vantaggi.
Del resto il territorio di Pontedera non appartiene alla Toscana dei paesaggi da cartolina. E la crisi della meccanica e della Piaggio negli anni ‘80 aveva messo in seria difficoltà la città. È stato un certo spirito resiliente a indurre gli amministratori pontederesi (per lo più socialisti, comunisti e poi cattolici), insieme a ex operai e commercianti, ad accogliere il business dei rifiuti. A farselo piacere.
Preciso che nel centrosinistra pontederese convivono oggi molte identità politiche e diverse personalità, e tutte, con diversi gradi di convincimento, sostengono il business dei rifiuti e la sua filiera economica; e soprattutto accettano la compensazione che la presenza di questo distretto, ambientalmente gravoso, prevede per la città.
Il patto di compensazione non trova però una location esplicita e dettagliata nell’asimmetrico, astuto e fotogenico programma elettorale delle liste franconiane (all’insegna del “si fa ma non si dice"). Ma il sostegno al distretto dei rifiuti emerge chiaramente dagli atti amministrativi della giunta uscente che chiede di essere confermata.
Ne consegue che se il centro sinistra (con gli alleati) otterrà il consenso della maggioranza dei cittadini alle prossime elezioni amministrative, il distretto pontederese dei rifiuti sarà potenziato e il patto di compensazione, che ha prodotto buoni utili per il Comune di Pontedera (anche se gli utili quantitativamente più rilevanti sono finiti soprattutto nelle mani delle imprese private), si confermerà e consoliderà.
Le opposizioni, se sconfitte, non potranno fare niente per arginare lo sviluppo del distretto. Perché così vogliono le regole del gioco.
Preciso che non ho idea se le opposizioni, al di là delle polemiche in corso, vogliano o se anche solo siano in grado di mettere in discussione e ridimensionare il distretto pontederese dei rifiuti nel caso
vincessero le elezioni.
Ma se vincessero, le opposizioni sicuramente comincerebbero ad interagire col distretto, inserendo propri uomini nelle società partecipate della filiera e quindi modificando il rapporto tra queste e l’amministrazione comunale. Inoltre ridefinirebbero il sistema di relazioni con le aziende private che caratterizzano il settore e con le istituzioni di ricerca e di supporto collegate. L’esito di un simile ribaltamento, sempre se avvenisse, non è assolutamente prevedibile.
Ma è auspicabile ciò che non è prevedibile?
Dal punto di vista della salute della democrazia locale il ribaltamento potrebbe essere un bene, non fosse altro che per ridimensionare il progetto oligarchico in atto su Pontedera ad opera del centro sinistra e dei collaterali.
Ovviamente non si può escludere che a un progetto oligarchico se ne sostituisca un altro e che il distretto dei rifiuti non continui a fare affari anche con le opposizioni.
Ma la democrazia esiste, diversamente da quanto avviene ormai in diversi luoghi della Valdera, se almeno due progetti oligarchici si confrontano, si scontrano, si alternano in modo che il cittadino possa scegliere consapevolmente quello che preferisce.
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