giovedì 13 giugno 2024

BALLOTTAGGIO CON DIALOGO O SENZA?

 È stata una gara difficile. Asimmetrica e curiosa. Col sindaco uscente che, mentre inventava i DIALOGHI URBANI, si rifiutava di partecipare ai dibattiti con gli altri candidati, recitando la parte dell'offeso, ma in realtà sapendo di essere il più forte e non volendo regalare neppure le briciole della sua presenza agli altri candidati.

Infatti, grazie al ruolo pubblico ricoperto per 5 anni, il sindaco uscente ha goduto di molti vantaggi legittimi (o a quante inaugurazioni e incontri avrà partecipato negli ultimi mesi, Vespa Days inclusi?). E tanta è stata la sua visibilità legittima, che però non gli è bastata a fare meglio delle elezioni del 2019, quando era, politicamente parlando, un mezzo sconosciuto.

Dunque 5 anni di super attivismo, con una squadra fortissima, per crescere solo di poco più di 2 punti percentuali rispetto al dato del 2019 (ma rimanendo sempre sotto il 50%). Via. Diciamolo. Non proprio un risultato strepitoso.

O come mai la stragrande maggioranza degli elettori non si sono accorti di tutti i miracoli che il sindaco e i suoi sostengono di aver fatto? Già. Come mai? 

Peccato che non lo sfiori alcuna capacità autocritica. L’uomo non è abituato a raggiungere simili vertigini di pensiero. Come non è abituato ai bilanci. Figuriamoci poi se riesce a chiedersi: dove avrò sbagliato? Perché non sono piaciuto?

E' un uomo del fare. Dell’andare avanti. Di quelli che gettano il cuore oltre l’ostacolo.

Invece i suoi dispettosi cittadini (e non solo quelli ideologicamente di destra) hanno ragionato. Non si sono lasciati abbagliare. Neppure da un evento di portata planetaria come i Vespa Days. Né si sono fatti stupire da altri effetti speciali. Incluse le paginate di promesse pubblicate, a getto continuo, dalla stampa senza neppure un abbozzo di analisi critica. 

Si, chi è andato a votare per il rinnovo del sindaco e del consiglio ha ragionato e parlato chiaro e forte. 

Un pontederese su due ha detto che non vorrebbe di nuovo Franconi sindaco di Pontedera. UNO SU DUE GLI HA DETTO: NO GRAZIE.

Se poi si tenesse conto della volontà di tutti gli aventi diritto al voto, a non volere l’uscente sindaco di nuovo a Palazzo Stefanelli SAREBBERO 2 SU 3. Ma queste sono sottigliezze.

In realtà lui potrà continuare a dire che rappresenta tutti i pontederesi. La legge glielo consente. Ma la sostanza è che a volerlo sindaco di questa città, dopo averlo provato per 5 anni, è solo una minoranza. Appena il 33% degli aventi diritto al volto. Non molti.

Perciò se davvero lui volesse rappresentare anche gli altri pontederesi che, nonostante tutte le sue feste, non lo hanno votato, dovrebbe dare loro spazio. Come? Intanto ascoltandoli. Ma non per finta, come fa nei suoi dialoghi autoreferenziali o nei referendum tipo parco della Bellaria.

Perché che a metà città lui non sia proprio piaciuto non è una battuta politica, è una verità matematica. Basta contare. Ed è contro questo scoglio matematico che è inciampata la grande armata propagandistica del sindaco uscente.

Ma ora lui che farà? Metterà da parte la postura dello sdegnato? Accetterà il dialogo con l’altro Matteo? Si confronterà al ballottaggio, ora che il gioco si è fatto ancora più facile per lui? O tirerà dritto, fingendo di ignorare il NO di mezzo comune e contando sull'astensione di molti suoi antagonisti che però, per ragioni diverse, non vorranno votare a destra?

Tra poco si saprà.

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