C’era e c’è ancora l’Unione valdera, con sede a Pontedera, in zona stazione, e il Comune ne fa parte. Ottenendone diversi servizi. Ma a leggere il nuovo programma della coalizione uscente, non sembrerebbe esistere alcuna UNIONE. Mai citata. Se non di straforo.
Eppure l’UNIONE VALDERA (in sigla UV) gestisce tutte le gare importanti del Comune di Pontedera, una parte della sua spesa sociale, diversi servizi scolastici, la polizia municipale, la protezione civile, il SUAP, l’ufficio personale e altro ancora.
UV è anche il braccio operativo e direttivo dell’infrastruttura telematica ed informatica del Comune di Pontedera, di cui gestisce tutta l’automazione, dalle macchine ai programmi. Ed è attraverso questo ufficio che sta ad es. entrando in comune l’intelligenza artificiale. E' insomma uno degli uffici portanti del Comune. Ma è presso l’UNIONE, in comune con altri comuni: Bientina, Buti, Calcinaia, Capannoli, Chianni, Lari Casciana terme, Palaia.
Ancora: tra le numerose deleghe conferite dal Comune all'UNIONE c’è anche il coordinamento della pianificazione territoriale con gli altri comuni della Valdera aderenti alla Rete. Questo settore invece stenta a decollare. Così come vivacchia anche il coordinamento sui beni culturali (biblioteche, musei, ecc.). Fare sistema, al di là delle chiacchiere, non è mai facile.
Per questo, su come far crescere e migliorare questa importante relazione tra Comune e UNIONE ci sarebbe molto da dire e da fare. E la lista di PONTEDERA A SINISTRA, con argomenti propositivi e l’esperienza del suo capolista, nonché PRESIDIO CIVICO, sia pure in maniera più sintetica, hanno provano a indicare nei loro programmi alcune proposte di sviluppo. Almeno queste liste la questione l’hanno posta.
Invece non dice nulla di UV il centrodestra, da sempre contrario al ruolo dell’Unione.
Ma il silenzio più inquietante, ripeto, è quello del centrosinistra, che di UV sa tutto e non prevede però alcuna evoluzione organizzativa. E questo mentre l’assetto organizzativo dell’Unione, progettato, tra gli altri, dal sindaco pontederese del PD, Paolo Marconcini, e costruito abilmente dal dirigente e direttore Giovanni Forte, oggi capolista per PONTEDERA A SINISTRA, un po’ scricchiola.
Così mentre il comune di Pontedera soggiorna con un’aria di sufficienza e nonchalance nell’Unione, il suo sindaco progetta accordi organizzativi con altri comuni della Valdera, già membri dell’Unione, ma ora fuoriusciti. Il più grande Comune della Valdera sta un po' di qui e un po' di là. Balla più danze, con più partner, senza consolidare e irrobustire veri rapporti e senza tracciare strategie comprensibili. Davvero un bel modo di fare amministrazione pubblica. Una situazione più da piangere che da ridere, se non fossimo, come scriveva il politologo toscano Mario Caciagli, un paese che sta fra Arlecchino e Pulcinella. E da lì, ahinoi, non si schioda.
Del resto un dibattito pubblico sul futuro dell’Unione non decolla da nessuna parte. Quel che resta dei partiti non sembra in grado di affrontare questioni complesse. E questa, di certo, lo è.
Soprattutto gli ectoplasmi politici non paiono in grado di alimentare un dibattito pubblico locale decente e di orientare almeno un po' le scelte amministrative degli enti.
Il potere decisionale locale e quello di mediazione degli interessi è finito interamente nelle mani dei sindaci e dei loro gruppi di riferimento. Ma neppure i sindaci, privi di un orizzonte politico e spesso di breve durata rispetto ai tempi delle istituzioni, sono in grado di districarsi nella relazione complessa tra Unione e Comuni. Così fanno e disfanno accordi e alleanze, tessono progetti e collaborazioni spesso effimeri, basati sul contingente, come la storia degli ultimi trent'anni della Valdera ci racconta assai bene. Senza ovviamente andare da nessuna parte. Come accade a chi è privo di una bussola.
Ma i piccoli autocrati locali di bussole e vincoli non ne vogliono. Vogliono fare ciò che gli pare, con chi gli pare e senza discuterne troppo in pubblico. E la legge e spesso gli elettori sono dalla loro parte. Buon pro ci faccia.
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