mercoledì 5 giugno 2024

L’ORGANIZZAZIONE COMUNALE QUESTA SCONOSCIUTA


Nel voluminoso programma del sindaco uscente non c’è un accenno alla macchina organizzativa comunale, agli uffici, al personale, alle necessità di nuove professionalità. Su questi temi nessun obiettivo chiaro è indicato.

Nei prossimi 5 anni il Comune dovrà assumere personale a tempo indeterminato? Boh. In quali settori? Boh. Buio, buio pesto.

Ai nostri amministratori non viene mai da pensare che tutte le brillanti idee di cui riempiono i loro programmi elettorali (si fa per dire) qualcuno dovrebbe realizzarle e che questo qualcuno sono i dirigenti, i funzionari e il personale di tutti i livelli che opera per lo più a tempo indeterminato per il Comune.

Spesso poi gli amministratori tendono a ricoprire personalmente almeno 3 ruoli, il primo quello di amministratore (sindaco o assessore che sia). Il secondo, quello di dirigente di settore. Il terzo, di funzionario direttivo. A volte perfino quello di esecutore. I nostri si giustificano con la necessità di fare, fare, fare. In realtà dipende dal grado di incomprensione del ruolo raggiunto e da un loro assillante bisogno di presenzialismo. 

Il primo compito, quello di amministratori, è il loro, ma gli altri no

La sostituzione può avvenire per vari motivi. Per carenza di personale. O per invasione di ruolo per scarsa capacità del personale presente. Ma ci sono altri motivi ancora (non tutti di carattere nobile o per tappare i buchi). 

Sta di fatto che l’interferenza continua tra il livello politico, quello dirigenziale e quello funzonariale genera situazioni negative che alla fine non è facile capire e risolvere. Ma che in ultima analisi portano ad inceppare sempre di più la macchina amministrativa.

Un esempio. Se un comune non svolge un'efficace azione ambientale è anche perché spesso un ufficio ambiente con le risorse umane necessarie e sufficienti per gestire tutte le pratiche e le progettualità connesse non c'è. Andrebbe rafforzato? Si. E molto. Perché chi vuole che nei prossimi 5 anni si realizzi ad es. un Piano del verde (come previsto dalla normativa) e che se ne verifichino i risultati concreti, dovrebbe prevedere nel suo programma anche adeguate risorse umane. Motivate e ben pagate. Ma si trova qualcosa del genere nel programma del sindaco uscente? Ripeto, no.

Le stesse osservazioni valgono per l’ufficio che segue le complesse vicende patrimoniali. Ma allora ci si può mai meravigliare che in 10 anni non si riescano a vendere certe immobili o a uscire da certe situazioni?

Idem per i lavori pubblici. 

Perché la digitalizzazione delle pratiche edilizie molto sbandierata, abbinata a programmi di intelligenza artificiale, non si farà da sé e qualche umano dovrà gestirla. E se questo umano non ci sarà o sarà oberato di troppo compiti, neppure il salto tecnologico darà i frutti sperati.

Nel corso degli ultimi 4 o 5 anni l’amministrazione di Pontedera ha cambiato più volte l'assetto delle macchina organizzativa, ma un rafforzamento strategico, quantitativo e qualitativo non l’ha realizzato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Ora se questo è vero, allora il programma elettorale prossimo venturo è destinato a restare in parte un libro dei sogni e in parte a dare vita ad una “esternalizzazione” di ulteriori funzioni che gli uffici comunali non riescono a realizzare; e che non sono in grado di gestire, soprattutto per carenza di risorse umane prima ancora che finanziarie.

Ma su questo punto centrale per il futuro della città, di riflessioni e di obiettivi nel programma dell’amministrazione uscente, ripeto, non se ne trovano.

Ovviamente niente anche sul dialogo col sindacato, al di là delle occasioni di rito, con il quale una programmazione del genere dovrebbe invece essere contrattata e gestita.

E, ripeto, nessuna analisi sul fabbisogno di personale e nessuna programmazione da discutere con la cittadinanza per il prossimo quinquennio. Meglio evitare con gli elettori temi troppo complicati?

Ora se insisto su questo punto è perché si tratta invece di un altro degli snodi che fa scivolare Pontedera verso derive oligarchiche.

Si perché quando si indebolisce una macchina amministrativa anziché rafforzarla, quando in una amministrazione diminuisce il tasso di programmazione, non si diventa più flessibili e leggeri, ma più fragili e più permeabili a pressioni e a sistemi che bypassano le procedure regolari, aumentano i tassi di esternalizzazione e con essi gli elementi di arbitrarietà e di autorità.

Lo stesso uso legittimo ma borderline delle società partecipate e privatizzate rientra in questo gioco complesso.

Perché quando troppe società partecipate divengono un Comune fuori dal Comune attraverso il quale però il Comune svolge diverse funzioni pubbliche (ma in forma privata) c’è un problema. Anzi un problemone.

Anche se è un problema insidioso, perché poco visibile e poco proposto all’opinione pubblica. Men che mai in campagna elettorale.

Nessun commento:

Posta un commento