Le 7 bibliotecarie maltrattate di San Miniato non intendono farsi ricollocare lontano da casa, non accettano il suggerimento del sindaco Giglioli di accontentarsi di un lavoro di ripiego da parte della loro cooperativa, rivendicano i loro diritti e hanno elaborato varie proposte.
Una di queste proposte chiede a tutti i candidati sindaco, Giglioli escluso, in caso di una loro vittoria, di revocare la delibera della giunta Giglioli che pone fine all’appalto; di definire un affidamento diretto all’attuale cooperativa dei vecchi servizi in appalto, della durata di pochi mesi, così da fare tornare subito al lavoro le lavoratrici in biblioteche e archivi di San Miniato; di studiare quindi un nuovo assetto organizzativo di questi servizi da mandare in appalto che tenga conto dei nuovi orientamenti dell’amministrazione comunale su questa materia; e infine di bandire un nuovo appalto.
Su questo percorso, che tutelerebbe sia l’autonomia decisionale del Comune di SM e il suo percorso di reinternalizzazione di alcuni servizi archivistici e bibliotecari sia i diritti e le richieste delle lavoratrici, ci sarebbe un sostanziale accordo da parte di tutti i candidati alla carica di sindaco.
Ora la parola però passa agli elettori sanmimiatesi i quali potranno decidere se mandare a casa Giglioli e i suoi sostenitori e affidare il Comune ad altre mani. Se si realizzerà quest'ultima ipotesi, la situazione lavorativa per le bibliotecarie potrebbe cambiare e loro potrebbero davvero tornare a lavorare a San Miniato.
Per sostenere le loro idee e convincere gli elettori ad aiutarle, convinte sempre di più che la loro battaglia per la sicurezza sul lavoro sia sacrosanta, le 7 bibliotecarie/archiviste si sono così presentate ieri pomeriggio, indossando magliette con su scritto: la SICUREZZA E' LAVORO, al dibattito dei 5 candidati sindaco, moderato da un giornalista del Tirreno, a Ponte a Egola.
Durante il pomeriggio ci sono stati battibecchi e confronti verbali tra le bibliotecarie da una parte e il sindaco Giglioli e suoi sostenitori dall’altra. Il sindaco ha continuato a dire di aver agito nel migliore dei modi e di aver salvaguardato i posti di lavoro. Ma le bibliotecarie che vivono sulla loro pelle il disagio creato loro da questa amministrazione non erano affatto d’accordo e hanno cercato di spiegare le loro ragioni.
La vicenda ha molto colpito la comunità cittadina che già venerdì scorso aveva manifestato la sua solidarietà alle bibliotecarie nel loro ultimo giorno di lavoro.
La mossa ora però passa ai cittadini elettori, i quali, per strane coincidenze, hanno in mano anche il futuro di queste sette persone, oltre al futuro del loro Comune.
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