Nell’ultima giornata degli Ecodays organizzati da Ecofor service a Pontedera, presso il teatro Era, davanti a 500 persone, per lo più non giovani, il professore di coltivazioni arboree dell’Università di Firenze e star mondiale in questo campo, Stefano Mancuso, non ha parlato di piante (come tutti si aspettavano che facesse), ma dello stato di salute del pianeta.
Prima di cominciare la lezione, trasformata in un vibrante appello teso a scuotere le nostre intorpidite coscienze ecologiche, Mancuso ha ricevuto dalle mani di Eugenio Giani, presidente della Giunta Regione Toscana, il "Pegaso" per il valore delle sue ricerche a favore della collettività.
Subito dopo Mancuso ha iniziato a snocciolare i dati della crisi climatica e del più importante problema che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare nel corso della sua esistenza: il surriscaldamento del pianeta.
E ha iniziato sostenendo che la sensibilità per il problema ambientale è calante. Soprattutto tra i giovani. Un ulteriore guaio.
Dopo di ché ha dedicato spazio a raccontare del carattere pericoloso degli eventi catastrofici eccezionali che si presentano con sempre maggiore frequenza anche in Europa (si pensi all’alluvione di Valencia), in Italia e ovviamente in Toscana (come aveva accennato anche Giani). I cambiamenti climatici, ha affermato, stanno introducendo le nostre società in un mondo nuovo; in un contesto cioè dove non siamo abituati a muoverci.
Ha poi tratteggiato che cosa potrebbe succedere se la temperatura media del pianeta continuerà ad innalzarsi ai ritmi attuali e ha ipotizzato che nei prossimi 20 o 30 anni potremmo aspettarci che molte persone fragili e povere pagheranno prezzi salatissimi. In particolare alcuni istituti di ricerca prevedono che si verificherà una fuga di popolazione dalle aree più surriscaldate del pianeta che coinvolgerà da 1 a 2 miliardi di esseri umani.
“Da cristiano”, ha commentato, “spero che il Signore non mi faccia assistere a questa catastrofe”.
Durante la sua lezione, Mancuso, che ha preso in esame anche le ultime scelte anti ambientaliste della nuova amministrazione americana, scelte che (come la chiusura di alcune agenzie ambientali) ha definito semplicemente “folli”, si è scusato per tono un po' pessimista che stava dando al suo intervento e per il taglio da climatologo più che da botanico che aveva impresso all’incontro. Ma ha aggiunto che riteneva importante favorire una crescita di consapevolezza rispetto alla crisi climatica in atto, che stava trovando solo nell’istituzione europea un attore abbastanza impegnato nella riduzione delle emissioni di CO2.
Infine ha concluso che le piante potrebbero aiutarci a difenderci dai mutamenti climatici e dal surriscaldamento. Ma occorrerebbe piantare rapidamente almeno 1000 miliardi di alberi. Bisogna forestare le aree dentro e immediatamente intorno alle città, ha sostenuto con tono pacato ma fermo Mancuso. Forestare le città ovunque. Compreso in Italia. “E' un’idea semplice, che si può realizzare”, ha sostenuto, “e non capisco invece perché lo stato italiano abbia deciso di aumentare la spesa per un inutile RIARMO, mentre non mette risorse per piantare alberi che sarebbero molto più utili delle armi contro la crisi climatica. Forse perché gli alberi non sono brevettabili?”, si è domandato. E su queste parole ha riscosso un applauso fragoroso da parte di un pubblico numeroso e partecipe.
Ma, e questo lo aggiungo io, anche le regioni e i comuni potrebbero spendere più soldi per forestare le città e gli immediati dintorni.
Anche Eugenio Giani e la sua maggioranza potrebbero promuovere progetti di ampia forestazione in Toscana. Credo che Mancuso, vista la criticità climatica che incombe su tutti noi, avrebbe mille volte preferito vedere approvato un progetto di questo tipo dalla Regione Toscana piuttosto che ricevere il Pegaso per i suoi studi.
E lo stesso, sono sempre io che lo dico, potrebbe fare il Comune di Pontedera, il quale anche nella scorsa legislatura si è limitato a piantare poche decine di arberelli e in questa, per ora, ha fatto più annunci che messe a dimora di piante.
E la stessa Ecofor, se davvero ritiene che Mancuso abbia ragione e che la crisi climatica sia così drammatica, oltre che investire in cultura ambientale, dovrebbe investire cifre importanti in forestazione urbana e stimolare la stessa amministrazione a fare di più in questa direzione.
Perché quello che non si può moralmente fare è dare la parola ad un uomo come Stefano Mancuso, conferirgli onorificenze, tributargli omaggi e dargli visibilità e poi non muovere un dito rispetto ai rimedi che Mancuso propone.
O no?
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