In occasione del 70° anniversario della elezione del pontederese Giovanni Gronchi alla carica di presidente della Repubblica, che cosa ha fatto l’Amministrazione Comunale (AC) che spende e spande per eventi culturali e di intrattenimento di ogni tipo a volte fino a 500.000 euri in un anno?
Niente, direte voi.
E in effetti avete quasi indovinato.
In realtà la parsimoniosa AC è andata a ripescare in soffitta una vecchia mostra su roll up allestita già 11 anni fa in occasione dell'inaugurazione della nuova biblioteca civica intitolata proprio a Gronchi; ha recuperato anche un po’ di copie dei cataloghi allora avanzati e ha infilato tutto appiccicatamente nella prima parte dell’atrio del Comune, dove, come è noto, passa pochissima gente. Certo non ci passano i giovani, che dovrebbero essere i principali destinatari dell’evento.
A no, dimenticavo. Il sindaco e il presidente della Regione Toscana si sono fatti anche un selfie insieme con la foto di Gronchi tra le mani e l’hanno postata sui social e poi hanno fatto fare dei video, postando tutto su fb e speriamo (per i giovani) anche su Tik-tok. E questo è tutto quello che hanno annunciato.
Poi uno dice che si perde la memoria di certi eventi e di certi personaggi.
Oppure qualcun altro sostiene che nessuno che abbia meno di 50 anni a Pontedera sa chi sia Giovanni Gronchi; mentre i meglio informati sostengono che si tratti dell’autore di un celebre francobollo rosa su cui si scatenò anni fa la frenesia dei collezionisti internazionali di francobolli e questo fece schizzare in alto il prezzo del francobollo. Mah!
Si scherza certo. Ma mica tanto. Soprattutto se si pensa che Pontedera fa parte, per sua libera scelta, del club ristretto delle città che hanno dato i natali ai presidenti della repubblica e che per il suo Giovanni Gronchi forse avrebbe potuto (e forse potrebbe ancora) fare qualcosa di meglio.
Cosa?
Per esempio l’AC di Pontedera avrebbe potuto presentare la figura di Gronchi ai ragazzi delle terze medie e di qualche classe delle secondarie superiori provando a coinvolgerle fino dall’inizio di questo anno scolastico in un progetto di ricerca sulla biografia del più illustre dei pontederesi.
Forse la vecchia mostra sui roll up si poteva portarla nelle scuole e fare in modo che l’archivista comunale la illustrasse ai ragazzi e ai loro insegnanti (che di Gronchi, quasi certamente, sanno poco), cercando di coinvolgere in questo percorso il maggior numero possibile di classi, di insegnanti e di istituti.
Forse avrebbe potuto produrre una biografia di Gronchi in una versione adatta ai ragazzi. Buoni autori ce ne sono in giro.
Forse persino farci lavorare sopra un disegnatore di fumetti e trarne una biografia per i bambini delle scuole elementari o i ragazzi delle medie inferiori.
O forse chiedere a qualche videomaker di provare a raccontare il presidente attraverso filmati.
O magari convincere qualche compagnia teatrale a cimentarsi col tentativo di raccontare la vita avventurosa di questo straordinario pontederese.
Volendo poi si potrebbero trovare degli spazi adeguati per allestire una mostra permanente dedicata al presidente Gronchi. E sempre volendo ci si potrebbe accordare con la famiglia di Gronchi per recuperare cimeli e documenti da esporre in via permanente.
Già ma dove collocare tutto questo? Magari nei locali dell'ex Centro Cirri, già di proprietà dell’amministrazione comunale, utilizzati lo scorso Natale per il percorso su Babbo Natale.
L’allestimento di una mostra permanente potrebbe fornire la possibilità di farci passare le classi scolastiche che attraverso Gronchi potrebbero leggere, in una lezione (o due), l’intera storia del ‘900, vivendola attraverso gli occhi di un loro concittadino.
Una mostra del genere potrebbe essere visitata anche da turisti e curiosi per approfondire la figura di un personaggio di un certo rilievo nella storia nazionale.
Ovviamente l’esistenza di un piccolo museo/spazio espositivo dedicato a Gronchi potrebbe consentire anche di cantierare molte altre attività di ricerca insieme al Centro Studi Gronchi e movimento cattolico, coinvolgendo le scuole superiori, forse perfino l’università e qualche importante istituzione romana, in progetti di studio più ambiziosi. Sempre che si volesse lavorare seriamente sulla memoria dell'uomo e della città. Ma qui si va più sul difficile e mi rendo conto che agli attuali AC non si può chiedere troppo.
Credo invece che se fosse ancora vivo Mario Lupi sul tema di come si conservano e si valorizzano le memorie locali avremmo fatto dei bei ragionamenti e naturalmente anche qualche bella risata. E alla fine ci saremmo guardati sconsolati e avremmo scosso la testa come due vecchi brontoloni, commentando: o allora!
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