UN DIBATTITO PROMOSSO DALLA BIBLIOTECA GRONCHI E DAL "GRANDEVETRO" SULLE BIBLIOTECHE OGGI
Tra i tanti eventi della festa di sabato alla Biblioteca Gronchi, uno di quelli più animati è stato senz'altro la discussione sul numero speciale dedicato dalla rivista IL GRANDEVETRO allo "stato" delle biblioteche pisane, toscane e non solo. Carlo Ghilli (Biblio Empoli), Tamburrini e Turbanti (Biblioteche Universitarie di Pisa), Milvia Dabizzi (biblio Provinciale di Pisa), Sandra Di Majo (già direttrice della biblio della SNS di Pisa), Marco La Rosa (Grandevetro) hanno discusso a tutto campo del ruolo e del futuro della biblioteche, in una dibattito che, come sempre, era appassionato, polemico e non pareva voler finire (siamo un po' logorroici noi bibliotecari?). Diversi interventi anche del pubblico: Massimo Gabbrielli (Biblio San Miniato) tra i più grintosi. Due annotazioni da parte mia: (1) il futuro delle biblioteche è certamente legato alle risorse pubbliche, ma di fatto saranno i bibliotecari, se riusciranno ad aggregare una fetta crescente di società civile attorno a queste istituzioni, a farle sopravvivere. Il futuro delle biblioteche si giocherà sulla produttività e sulle abilità relazionali dei bibliotecari. (2) produttività significa capacità di rispondere in tempo reale alle domande del pubblico (un pubblico vasto, allargato, sempre + esigenze e allo stesso tempo egoista e poco propenso a fare comunità); mentre abilità relazionali include la capacità di fare lobbying sulla politica, sugli amministratori e sulla società civile che può dare una mano (azione complicatissima: ma o si passa di qui o si declina). E poi tre ringraziamenti. Grazie ai bibliotecari che sono intervenuti, grazie a Milvia Dabizzi che ha coordinato il dibattito e grazie al Grandevetro di aver prodotto questo bel numero con l'inserto dedicato alle biblioteche. In quest'epoca di resistenza e di resilienza (non so bene come, ma mi pare che i due concetti si integrino alla perfezione almeno per noi bibliotecari), la rivista col cuore dell'Area del Cuoio, ma l'anima e la mente aperte sul mondo, mi sembra indicare anche a noi un intelligente modello di comportamento. Infine aggiungo che dal dibattito sulle biblioteche le regioni non possano tirarsi fuori. I vecchietti come me sanno bene che c'è stato un tessuto bibliotecario prima dell'avvento delle Regioni e uno posteriore. La Toscana (ma credo anche la Lombardia, la Liguria, il Veneto e il Piemonte) non avrebbe il reticolato di biblioteche locali che ha senza la politica regionale, senza le risorse regionali, senza gli indirizzi e le spinte regionali. La Toscana non avrebbe le Reti bibliotecarie e una ventina di nuove vissutissime biblioteche sparse in maniera abbastanza omogenea sul territorio senza la capacità di intervento "politico" della Regione Toscana su questo settore specifico. Una parte importante, qualitativa, del futuro delle biblioteche toscane insomma si giocherà a Firenze. E' anche nelle mani di Enrico Rossi e del suo prossimo assessore alla cultura, rispetto ai quali i bibliotecari dovranno essere propositivi e molto biblioattivi.
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