UN RICONOSCIMENTO AL PROF. MARIO MONTORZI
Sabato 6 giugno alla “Biblioteca G. Gronchi” di Pontedera ci sarà un riconoscimento al prof. Mario Montorzi che lascia l'insegnamento universitario a Pisa presso la Facoltà di Giurisprudenza, ma come ha promesso agli amici continuerà a studiare e a darsi da fare. Altri diranno meglio di me delle sue qualità di studioso e di professore universitario. Io, che lo conosco da quasi mezzo secolo, voglio sottolineare di lui tre grandi passioni: quella per i libri (Mario è un vero bibliofilo e sono certo che sarebbe stato anche un grande direttore della Biblioteca Gronchi). Solo chi visiti il suo appartamento potrà capire a pieno cosa intendo dire. Perché la sua è una biblioanchecasa. Dove gli intrusi sono gli umani e i libri occupano tutti gli spazi possibili. Da Mario sono gli umani a doversi adattare ai libri. Non viceversa. Credo che questo chiarisca perché l'omaggio si farà in biblioteca. La seconda passione è quella per gli studi locali che costituiscono solo una minuscola parte della sua vasta produzione scientifica e culturale, ma che sono condotti con rigore e meticolosità. Mario è il prototipo dello studioso e dell'erudito, anche quando si occupa di aspetti più locali. E quindi Pontedera, la Valdera, il contado pisano poi fiorentino, gli debbono molto. La terza passione è quella per la politica. Lo ricordo “giovane liberale” in un liceo classico di Pontedera infestato da scalmanati sessantottini e qualche fascistello. Vestito in maniera impeccabile. Solitario e un po' solenne, lo rivedo con indosso un fiocchino a farfalla. Una provocazione per alcuni rivoluzionari (di allora). Ma lui sdivertiva a recitare la parte del borghese gentiluomo che fronteggiava eskimovestiti e barbuti contestatori. Anche questa passione, ereditata dal padre che era stato consigliere comunale per il partito liberale, gli è rimasta. Ma altro ancora è quello mi colpisce di Mario. Erede della cultura classica assorbita in famiglia e perfezionata in un liceo classico diretto da Aldo Vespi, Mario da tanti anni ci suggerisce come ci si debba battere anche contro l'oltraggiosa sorte. Con tenacia e con spirito. Non cedendo, fino a che si può, nemmeno un centimetro. Sorridendo di sé e dei propri malanni. Oltre che del Mondo. Obbligandosi a guardare avanti. Spero davvero che molti pontederesi trovino il tempo per venirlo a incontrare.
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