domenica 17 aprile 2016

Manola Guazzini rappresentava una sostanziale discontinuità dalla maggioranza gabbaniniana quindi un rischio

In un post di stamani sulla sua pagina facebook, il prof. Massimo Baldacci, reduce da una lunga gita scolastica in Germania (chissà se sul Colle avevano contato anche sulla sua "assenza" per agire), ha raccontato in merito alla vicenda della cacciata di Manola dalla Giunta sanminiatese alcuni retroscena a mio avviso molto interessanti. Io non li conoscevo e non sono affatto banali, anche se confermano che la defenestrazione di Manola è stata una scelta politico amministrativa, che è quello che pensano un po' tutti coloro che conoscono la vicenda.
Quali sono i retroscena?
1) nel 2014 ci fu a SM una trattativa più o meno pubblica tra componenti politiche che semplificando chiamerò di stretta osservanza gabbaniniana e componenti più classicamente pd (area bersaniana o componenti vicine). Questa trattativa portò alla ricandidatura del sindaco senza passare dalle primarie;
2) la trattativa prevedeva l'accettazione da parte dell'area di stretta osservanza gabbaniniana di elementi di discontinuità politica e nella nuova Giunta in cambio di un maggiore sostegno dell'area classicamente pd all'area gabbaniana. 
3) Manola Guazzini costituì un elemento di questa "discontinuità" e, aggiungo io, incarnò di sicuro l'elemento più forte della discontinuità.
Quello che a questo punto emerge con chiarezza è che quel patto della primavera 2014 è stato fatto saltare dall'area di osservanza gabbaniniana attraverso la rimozione della persona che incarnava non solo quel patto ma un equilibrio diverso rispetto alla prima legislatura del sindaco.
Perchè è accaduto questo?
Di sicuro la presenza di Manola Guazzini è stata percepita dall'area di osservanza gabbaniniana, forse in parte esterna allo stesso pd, come un rischio, come una presenza attiva e troppo pericolosa (già, ma per cosa?). Insomma in che senso era un rischio? E contro chi o che cosa?
Ovvio che senza una testimonianza esplicita e forte di Manola (che ha promesso di dire la sua), è difficile rispondere a queste domande, che però è inevitabile farsi. L'unica certezza è che situazione continua ad essere poco chiara, veramente poco chiara, ma che di tutto si tratta tranne che di scontro di caratteri, il cui ruolo resta irrilevante.
E un altro dato è certo: la stessa area di stretta osservanza gabbaniniana è in fase di trasformazione. Il sindaco è entrato nella fase quasi finale del suo mandato politico amministrativo e non potrà essere rieletto un'altra volta.
Per questo è interessante sapere perchè la sua maggioranza abbia rotto  il patto con l'area classica del pd. Non pare infatti probabile che la rottura del patto sia stata prodotta per difendere l'attuale sindaco o per dargli maggiori margini di manovra (che la giunta esca indebolita è infatti opinione di tutti). 
E' invece più probabile che il sindaco abbia dovuto rompere il patto e cacciare Manola in nome e per conto di altri. Ma chi siano e cosa intendano fare questi altri, per ora è difficile saperlo.

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