Romano Luperini presenta "La rancura" al cinema Agorà a Pontedera
Mi contraddico. Avevo promesso di non segnalare un libro e un autore che non avessi letto personalmente. Invece dico che mercoledi 25 maggio alle ore 17,45 al Cinema Agorà/Sala Carpi in via Valtriani sarà presentato l'ultimo romanzo fortemente autobiografico di Romano Luperini: "La rancura". La presenza di Romano Luperini in città è un evento culturale importante che mi auguro possa incontrare un successo di pubblico e di ascolti. Insomma si tratta di un evento che non potevo non segnalare. Letto o meno che avessi il libro (e ad oggi l'ho solo sfogliato).
Romano Luperini è cresciuto culturalmente in Pontedera almeno fino verso i venti anni. Meta anni '60. E il' figlio di un maestro elementare di fede socialista riformista, Gino Luperini, che, a sua volta, è stato un personaggio noto in città e in alcune aree della Jugoslavia, dove Gino partecipò per un anno e mezzo alla guerra partigiana contro i nazisti e alla liberazione di quel paese.
Romano ha attraversato da intellettuale impegnato il sessantotto, militando in formazioni della sinistra extraparlamentare. Ha stretto una forte amicizia con Franco Fortini ed è stato docente universitario di materie letterarie all'Università di Siena. Ha scritto e pubblicato molto su alcuni temi e autori della letteratura italiana (dell'800 e del '900 in particolare). Verga resta, per quanto ne so io, uno dei suoi cavalli di battaglia. E' autore di manuali scolastici per le superiori e nell'ultima parte del suo percorso culturale ha scritto (e probabilmente continuerà a scrivere) anche romanzi.
Bene ha fatto l'AICC ad organizzare quindi la presentazione a Pontedera della "Rancura" e bene faranno coloro che troveranno il tempo per andarlo ad ascoltare e per leggere il libro e rifletterci sopra.
Nei giorni scorsi mi è capitato di parlare di Romano e del suo libro con due noti personaggi politici pontaderesi. Entrambi buoni lettori, entrambi ex comunisti, entrambi reduci da cariche importanti nell'amministrazione pubblica e nella politica locale (e oggi entrambi iscritti al pd), mi hanno detto, senza che la cosa in vero mi sorprendesse, di aver letto "La rancura" di Romano Luperini e di aver apprezzato il testo. Soprattutto per la qualità della scrittura e anche per i contenuti. La riscoperta del padre. Pare. Purtroppo non posso entrare nel merito della cosa, nè valutare la portata dei loro giudizi, di cui, però, sostanzialmente, mi fido. Che Romano Luperini scriva bene è largamente noto e sul fatto che valga la pena di leggerlo non nutro dubbi.
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