Troppi magistrati uccisi. I criminali aiutati dallo Stato?
La tesi che se si sono uccisi molti giudici in Italia negli ultimi 40 anni è perché i criminali hanno trovato sponde negli apparati statali non si può escludere in via assoluta. È vero che meriterebbe di essere suffragata da dati precisi, ma è anche del tutto evidente che dati incontrovertibili e inoppugnsbili per sostenerla non ne saranno portati. Si tratta insomma di una classica tesi d'opinione che piace tanto all'opinione pubblica anche perché l'assolve dalle proprie pesantissime responsabilità.
Costiuisce infatti uno sport nazionale pensare che se qualcosa non va in questo m paese, il demerito va tutto allo stato e al suo apparato amministrativo. Oppure che è tutta colpa della Casta politica. Così l'italiano medio incolpa lo stato di tutto ciò che non va e un attimo dopo si sente in pace con se stesso, anche se questo italiano medio è un truffatore, non paga le tasse, è un costruttore abusivo e pretende condoni a tutto spiano, non rilascia scontrini e fatture e mente come Pinocchio in ogni occasione.
Ma il sentimento antistatalista è talmente radicato nella nostra popolazione che non solo sta diventando una macchietta, ma ha contagiato anche le menti migliori.
Per quanto mi riguarda però io credo alla tesi esattamente opposta e speculare.
Se abbiamo ammazzato troppi giudici e poliziotti in Italia è perché la nostra società civile ha un alto tasso di criminalità e scarso senso civico.
È stato sopratutto il tasso di criminalità presente nella società civile a fare la differenza e a innalzare il numero dei morti tra magistrati e poliziotti.
Questo non significa che non abbiamo uno Stato poco in grado di difendersi. Lo Stato è debole in certe terre avamposto di questo paese. Ma lo Stato è debole perché la nostra società civile è particolarmenfe permeata dalla violenza criminale che, come dimostra anche il successo del libro Gomorra di Saviano e ora anche degli sceneggiati televisivi trafti da questo libro, funziona bene e appassiona il grande pubblico.
Insomma è nella fragilità della società civile che si annidano i nostri guai. Ma se questo è vero anche la soluzione dei problemi sarà più lenta e difficile. E sarà affidata alla lenta crescita della società civile più che alle capacità salvifiche e taumaturgiche degli apparati statali.
Ormai questo paese è diventato adulto e non può più credere alle favole.
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