Harry Potter e i trucchi di alcuni bibliotecari
Un ne voglio vedè più, avrebbe detto la mi povera nonna nata nel 1902. Da controlli rigorosi e lamentazioni di utenti lettori accaniti presso le nostre biblioteche, ho appreso che ci sono bibliotecari della Rete Bibliolandia che prestano a utenti/lettori loro amici o comunque domiciliati presso le loro biblioteche le copie dell'ultimo Harry Potter, infischiandosene se un lettore di un altro comune sempre aderente alla Rete Bibliolandia si è messo in coda prima del suo amico e avrebbe quindi il diritto di ricevere la copia prima dell'amico del bibliotecario.
Devo dire che la cosa non mi sorprende. Ma pur trattandosi di un peccato veniale (e di una scorrettezza nei confronti di utenti e di bibliotecari corretti), atteggiamenti del genere la dicono lunga su quel fenomeno che molti studiosi hanno rubricato, riferendosi proprio a noi italiani, sotto la voce di familismo amorale, a cui si accompagna un'atavica difficoltà a fare gioco di squadra. Qui non di parla di politici, di grandi appalti, di favori e grossi scandali. No, si parla di una certa tendenza tutta nostrana, profondamente popolare, a fare favori agli amici (anche quando non ci si guadagna nulla) e a muoversi in assoluta autonomia, fregandosene delle regole e della collaborazione, e sostanzialmente muovendosi come se quelli che stanno fuori delle porte della città non avessero gli stessi diritti di quelli che stanno dentro.
Ma persone che barano al gioco sulle code per leggere gratuitamente l'ultimo libro di "Harry Potter" ci si può immaginare cosa siano disposte a fare quando la posta in gioco diventi davvero ghiotta.
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