martedì 8 novembre 2016

Sempre sul referendum. In risposta alle annotazioni di Aldo e Dino.

Mi perdonerai Aldo se osservo che il tuo lungo post contiene un excursus sulla storia politica italiana degli ultimi 30 anni, ma ha poco a che fare con l'oggetto del mio post sintetico sul referendum. E anche la motivazione con cui hai deciso di votare no al referendum mi pare si muova più all'interno di un lungo percorso politico in cui il no è rivolto contro il premier e quella che te e Fiumalbi considerate una deriva politica più di quanto non sia ancorato agli elementi specifici riconducibili al referendum.
Da questo punto di vista il tuo testo Aldo (con le chiose di Dino) è difficilmente commentabile in un lasso ragionevole di frasi.
Ma siccome mi coinvolgete direttamente, non posso cavarmela con una battuta e quindi proverò a replicare accettando i tuoi parametri.
Parto da qui. La conquista di Renzi del pd non è un errore della storia, nè rappresenta la vittoria del male contro il bene. È solo una delle evoluzioni possibili dello scenario politico del paese.
Il pd è l'erede, ma con rincalzi e mutazioni, di alcune tradizioni politiche importanti, quella cattolica, quella comunista e quella socialista. O meglio di parti di queste tradizioni che hanno provato a fondersi a fine millennio nel pd e a modernizzarsi, mostrando comunque una certa vitalità. Renzi è la personalità politica che meglio interpreta oggi questa fusione, con pregi e difetti. Tenendo conto anche dei molti pregi e dei tanti difetti del paese e degli italiani. Non solo del suo ceto politico.
Ovvio che persone come te, come Dino e come tanti altri (me compreso) che hanno coltivato una visione messianica se non salvifica della politica si trovino un pò smarrite di fronte al presente e al miscelarsi delle tradizioni e al loro cambiare, e, per reazione, è quasi normale che si chiudano più facilmente, come ci suggerirebbe Montale, in un no. Solo questo possiamo dirti oggi, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Montale guarda nelle nostre anime e coglie il senso di smarrimento dell'uomo di fronte al mutare repentino del mondo. L'avvento della società liquida fa il resto.
Ma il bello della vecchiaia è anche quello di poter capire che il cambiamento è inevitabile e di saper accettare, almeno entro certi limiti, che le cose non siano andate come avevamo sperato da giovani e che come canta Cat Stevens è doloroso sopravvivre al tramonto delle nostre idee, ma dobbiamo saper accettare questa cosa. Di più: almeno io arrivo a dire che è quasi un bene che certe idee non si siano realizzate, perché ad esempio se anche noi avessimo "fatto come la russia", lo cantavamo a squarciagola, ve lo ricordate?, te lo immagini Aldo, te lo immagini Dino, in che condizioni psicologiche e materiali ci troveremmo oggi? Altro che Renzi. Insomma abbiamo avuto molta fortuna e non è stato merito nostro se certe idee non si sono realizzate.
Per questo credo che anche sul referendum non si debbano seguire pensieri messianici o salvifici. Renzi non mi sembra nè  Mussolini, né Berlusconi. E la complessa variazione costituzionale che è riuscito a far approvare non mi pare faccia danni al Paese. Ovviamente neppure se sarà respinta ci saranno particolari contraccolpi. Rimarremo in questa situazione e avanti popolo!


Ma tra rimanere fermi e provare a cambiare, io opto per la seconda opzione. Scelgo quello che mi pare il meno peggio per me e per gli altri. Tutto qui. Un abbraccio ad entrambi.

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