domenica 27 novembre 2016

Le panciate dei grillobullini
Sembra che ieri il padrone del primo non partito politico italiano che risponde al nome di Beppe Grillo abbia invitato i suoi non sostenitori e i suoi non militanti, che erano corsi in piccolo numero ad adorarlo, di non votare al referendum usando la testa, ma ascoltando i suggerimenti della pancia. Ovviamente la notizia è una non notizia in bocca al padrone di un non partito, diventato famoso e carismatico a colpi di battute e di vaffa day. Vale tuttavia la pena di segnare sul calendario la data di questo invito, perché di solito i leader politici anche quando fanno appello ai sentimenti dei loro non adepti, si sforzano sempre di proporre loro anche qualche argomento razionale, cosa che Grillo ieri ha evidentemente rinunciato a fare (per incapacità? Per sfizio? Per non perdere tempo? Boh, vallo a sapere).
Bandita la ragione dalla lotta politica, tutti i non argomenti diventano buoni.
La mossa era inevitabile perché più il grillobullismo avanza, più deve fare appello agli istinti corporali. Il grullobullismo non è infatti in grado di spiegare le sue non scelte che diventano sempre più numerose e sempre più irragionevoli. Può solo appellarsi alla pancia e ad una non ragione per vincere. Del resto tra Barabba e Gesù è risaputo che il popolo può scegliere Barabba.
Da ieri in poi il dialogo politico che i grullibullini hanno sempre praticato con grande parsimonia è ufficialmente concluso.
Chiunque vorrà trattare con loro dovrà fare a panciate.
Non sarà un bel sentire.

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