lunedì 3 aprile 2017

MA IL MUSEO DELLA MEMORIA DI SAN MINIATO CHE FINE HA FATTO?

Due anni fa, alla vigilia del 25 aprile, con un atto che a molti parve inqualificabile, il sindaco di San Miniato tolse le due lapidi storiche dedicate alla strage del Duomo dalla facciata del palazzo comunale e le rimpiattò da qualche parte, promettendo che di lì a pochissimo le avrebbe ricollocate in un costruendo Museo della Memoria. Le lapidi grazie ad una battaglia culturale e politica intrapresa dal Comitato Ferruccio Parri, alla posizione di buona parte dei militanti del pd di San Miniato e all'atteggiamento della Sovrintendenza per i beni storico artistici di Pisa, le lapidi, dicevo, furono ricollocate un paio di mesi dopo sotto i loggiati di San Domenico, in pieno centro storico, visibili, come deve essere, al pubblico. Invece del Museo della Memoria, fortemente voluto, almeno a parole, dal suo sindaco e sempre a parole dal suo partito, non si è saputo più nulla. Ora sono passati due anni da quegli annunci solenni ma del Museo non c'è traccia. Confesso che questo mancato allestimento non mi meraviglia. Nè credo stupisca molti sanminiatesi che ormai hanno imparato a conoscere il loro borgomastro e a calibrare il valore delle sue promesse. Ovviamente lo sconfitto rottamator di lapidi non spiegherà al popolo perché, dopo aver coltivato il progetto museale per 5 anni e dopo averlo annunciato per altri tre anni, non sia riuscito a collocare neppure la classica prima pietra. Quello che la stampa locale spesso ha esaltato come il capitano coraggioso, il condottiero capace di sfidare il partito, non ha saputo in 8 anni di gestione del Comune aprire uno spazio che, stando ai progetti circolati, dovrebbe essere grande appena 50 mq; un museo che perfino il suo partito, quando era ancora unito, gli aveva intimato di realizzare con una mozione approvata in consiglio. Stando così le cose è legittimo sospettare che lo sbandierato museo fosse una "bufala". Una uscita estemporanea, data in pasto all'opinione pubblica per autorizzarsi a togliere le lapidi e a lasciarle in un cantone. Nascoste. Non a caso in una recente intervista nel corso della quale il borgomastro ha tentato un primo bilancio della sua seconda legislatura, a questo progetto non ha neppure accennato. Ed è chiaro che il lacerato pd di San Miniato si guarderà bene dall'incalzare il suo sindaco su una vicenda come questa. È comprensibile. Ma allora del museo non se ne farà di niente? Vedremo. Per il momento le due lapidi rimarranno visibili sotto i loggiati di San Domenico. Il che significa che almeno la mano oscurantista è stata fermata. Certo, è buffo constatare che nel frattempo il borgomastro coraggioso abbia trovato il modo ed il tempo per inaugurare un minimuseo dedicato ai "Pinocchi ritrovati". Immagino che se ne sentisse un forte bisogno.

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