martedì 11 aprile 2017

Quando gli apprendisti stregoni parlano a vanvera
È preoccupante quando Rex Tillerson, un uomo che per quarantanni si è preoccupato quasi esclusivamente di fare soldi (e li ha fatti) comprando e vendendo petrolio nel mondo, improvvisamente fatto ministro degli esteri Usa, scopre il bisogno di difendere i bambini massacrati dai dittatori sanguinari. Certo, si tratta di un sentimento nobile che però viene messo al servizio della logica di una Superpotenza che, dopo l'era Obama, vuol tornare a recitare il presuntuoso ruolo di sceriffo del pianeta e che non sarebbe in grado di mantenere la promessa se non scatenando guerre che di innocenti farebbero strage dappertutto.  In questo modo il sentimento di Trump e Tillerson produrrebbe sugli innocenti effetti più gravi e devastanti di quelli dei criminali che il duo Usa dice di voler estirpare.
La cosa non stupisce, ma preoccupa. E preoccupa soprattutto per il pressappochismo e per quell'aria da apprendisti stregoni che hanno Donald & Rex. Due affaristi, incompetenti assoluti in fatto di politica estera, convinti che se hanno avuto successo in economia, certo ne avranno anche in politica e nelle relazioni internazionali.
Purtroppo, lo sappiamo, anche le democrazie possono cadere nelle mani di demagoghi e di apprendisti stregoni. E questo può provocare un sacco di guai. Soprattuto alla gente comune. Inclusa quella che non li ha eletti.
Per questo occorre che le persone di giudizio e di buona volontà abbiano il coraggio di chiamare le cose per quello che sono.
E le dichiarazioni di ieri a Stazzema di Rex Tillerson sono una scemata planetaria, anche se sono state fatte in un luogo solenne, nell'ambito di un G7 però senza la Russia e senza la Cina (e che quindi sembrava più una gita turistica che una riunione di ministri degli esteri).
Dispiace anche che certi giornalisti italiani siano corsi ad arruolarsi tra le truppe della nuova America trumpiana che, accantonato Obama, vuole tornare a recitare un ruolo da protagonista nella storia del mondo. A questi giornalisti che dicono che siamo in guerra e che bisogna mostrare i muscoli ai nemici, che trovano sacrosanto il lancio da una portaerei americana di un bel po' di missili sulla Siria, a questi soggettoni farei fare dai loro sindaci un bel TSO; e altrettanto farei con i giornalisti che li invitano a gridare le loro opinioni alla radio o in tv e altrettanto ai digirenti televisivi che tollerano simili ospiti nei programmi che loro approvano e altrettanto ai consigli di amministrazione che sopportano tutto ciò e che magari lo incoraggiano per alzare gli ascolti e la pubblicità.
Perchè le sciocchezze pericolose se ripetute da bocche e fonti autorevoli (o comunque ritenute tali) possono fare danni ai popoli. Danni molto gravi.

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