domenica 10 novembre 2024

PALP O PAPP? LA SINISTRA BUONGUSTAIA E SINTONICA

 Non lo so se la Meloni stia dando l’olio di ricino alla classe operaia, ma certo potrebbe aver un po' ragione quando parla di sinistra al caviale. L’ho percepito ieri mentre visitavo le stanze del PALP e l’evento intitolato “Arte con gusto”. Io però parlerei di sinistra “buongustaia”. E ora vi spiego perché.

Intanto mi fa sorridere l’uso disinvolto della parola ARTE che nel manifesto dell’evento pontederese precede “CON GUSTO”. In realtà quella ospitata in questo fine settimana al PALP è una rassegna enogastronomica di prodotti di qualità, con alcuni manifesti della splendida collezione del compianto Sergio Vivaldi collocati alle pareti nel completo disinteresse dei presenti. I manifesti hanno certo un valore artistico, ma il rapporto tra la rassegna enogastronomica e l’arte è forzato e trovo pomposo il testo della determina comunale (la n. 1187/2024) che declama che in questa occasione al PALP si  è voluto “creare un luogo dove arte e cibo si incontrano per stabilire una connessione sintonica” (frase, per altro, che avrebbe potuto scrivere anche il Ministro della Cultura, quell’Alessandro Giuli tanto sbeffeggiato per il suo linguaggio un po' liberty, scopiazzato ampiamente nella succitata determina, che contiene anche altre perle verbali che Giuli potrebbe farebbe sue).

E poi ho spulciato tra le voci di spesa dell’evento decisamente gustativo (e poco visivo), i cui costi per la Comunità ammontano complessivamente a 7.603,53 euri. Ora tra i conti, mentre non trovo spese per gli elementi artistici, rintraccio ben 1.232,83 euri per “noleggio di calici da degustazione” e ben 1.464,00 euri per servizio sommelier. 

E siccome sono un curioso vecchietto da tastiera, sono andato all’inaugurazione al PALP per rendermi conto di persona della cosa. E lì, scansando le occhiatacce che mi lanciavano i conoscenti di sinistra, ho notato che c’erano diverse persone (di sinistra) che assaggiavano gli ottimi prodotti enogastronomici, con in mano i costosissimi calici noleggiati dal Comune.

Invece non ho notato quasi nessuno di destra e delle altre opposizioni. Ma magari ho visto male. Oppure ci vanno oggi. O invece boicottano l’evento per ragioni politiche. Se fosse così, non sanno cosa si perdono.

Al Palp ho trovato un amico di sinistra (uno dei pochi che nonostante il mio endorsment al Matteo sbagliato non mi ha tolto il saluto) che mi ha ricordato l’infelice scambio di battute al caviale di ricino tra la Meloni e la Schlein. E' stato lui a suggerirmi questo post in cui dichiaro che i profumi che volteggiavano nelle stanze del PALP erano veramente deliziosi; che a vedere i volti allegri delle persone che tracannavano liquidi dai preziosi calici anche i vini dovevano essere squisiti; ma ribadisco che trovo esagerato parlare di  “sintonicità” tra ciò che sentivano le papille gustative e l’arte appoggiata alle pareti.

L’aria del PALP era friendly, simpatica e godereccia. Gli spazi affollati. Le persone sorridevano e si divertivano.

Nessuno mi è sembrato preoccupato più di tanto per la vittoria di Trump e per la sua minaccia di mettere nuovi dazi anche sui prodotti made in Italy.

Si, forse un po' d’arte per non dormire c’era. Ma niente a che vedere con la qualità delle esposizioni di qualche anno fa, quando si tentava di inserire il PALP nei circuiti espositivi nazionali. Ieri, e lo dico col massimo rispetto della cultura enogastronomica italiana e delle imprese che ci operano, più che al PALP sembrava di essere al PAPP.

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