Nel suo discorso di Marsiglia, parlando della crisi che portò alla seconda guerra mondiale, il presidente Sergio Mattarella ha detto e cito tra virgolette un brano del testo pubblicato sul sito del Quirinale cfr. https://www.quirinale.it/elementi/127309 :
“Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali.
Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista.
Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa.
L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”.
L’accostamento tra il progetto imperialista della Germania nazista (allora coadiuvata dall’Italia fascista, forse era bene aggiungerlo) e quello della Russia guidata oggi da Putin mi sembra chiaro e voluto.
Trovo perciò prevedibile che i Russi, che hanno iniziato la guerra dichiarando di voler liberare l’Ucraina dagli odierni nazisti ucraini, ci rimanessero un po' male ascoltando le parole del presidente di una nazione che comunque nel 1941 li ha invasi, inviando nelle steppe oltre 200.000 soldati, al seguito delle armate hitleriane.
Questo non significa che i Russi oggi abbiano ragione nel voler sottomettere l’Ucraina e nel perseguire anche con le armi il tentativo di ricostruire l'assetto imperiale della Russia, dopo il collasso sovietico dei primi anni ‘90. Ma detto ciò, l’accostamento tra nazismo e puntinismo mi pare politicamente infelice. Soprattutto se si vuole cercare di arrivare ad una pace che dovrà prevedere un inevitabile compromesso tra Russi, Ucraini e “Occidentali” (alias Usa col sostegno degli Europei).
Se invece si vuole “vincere” la guerra “giusta” contro i Russi, liberare tutta l'Ucraina dal giogo putiniano e garantirle un futuro indipendente (nella UE e nella NATO), eh allora dare del nazista a Putin ha un senso politico, ma subito dopo bisogna costruire un esercito europeo e schierarlo in campo, rischiando anche una catastrofe nucleare. Altrimenti le parole suonano solo come provocazione impotente.
Ma per fortuna non mi pare che un’opzione del genere (già lanciata tempo fa da Macron nella contrarietà dei più) trovi oggi più ampi sostegni in Europa e (men che mai) nella nostra Little Italy.
E siccome sembra che gli Usa di Trump non vedano l’ora di sfilarsi dal conflitto russo-ucraino; e siccome se gli Usa lasciassero agli Europei il cerino ucraino acceso in mano, gli Europei potrebbero bruciarsi non solo le dita e finire male; forse, forse sarebbe bene usare le parole con maggiore accortezza. Soprattutto quando si mescola storia e politica. Almeno quando si rivestono ruoli politici rappresentativi.
Il suggerimento migliore mi pare quello di Papa Francesco secondo cui, per fare cessare la guerra, occorre trattare con tutti i leader, anche con quelli che non ci piacciono (Putin e Trump compresi). Ma se si vuole trattare, bisogna essere diplomatici. Molto.
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