Non mi pare che Pasolini abbia mai scritto niente su Halloween. Di sicuro è stato ucciso (50 anni fa, proprio in questi giorni) ben prima che la festa prendesse piede nel nostro paese e diventasse una ricorrenza molto apprezzata a livello popolare e quindi sostenuta dall’associazionismo, anche commerciale, e dalle autorità locali. Le scuole, soprattutto quelle materne ed elementari, se ne sono innamorate; e da lì piano piano è entrata nelle famiglie e poi ha conquistato le piazze.
Ma “dolcetto o scherzetto” e questo carnevale dei morti sarebbero piaciuti ad uno dei più noti interpreti e critici dell’evoluzione della società italiana? O Pasolini vi avrebbe letto un altro dei segnali di imbarbarimento e della deriva totalitaria della società italiana, indotta e travolta dal consumismo e da tradizioni non autoctone e quindi fasulle? Qualunque sia la risposta, è certo che anche la nostra spensierata cittadina abbia aperto le porte ad Halloween. Nelle scuole. Ma non solo. Il Comune di Pontedera ad es. nel 2024 ci investi’, per finalità di promozione della città, quasi 50.000 € (cfr. Det. 1182/2024).
Quest’anno gli impegni finanziari non sono stati ancora interamente resi noti, ma gli allestimenti si sono visti. E la partecipazione popolare pure. Con appendici speciali nella frazione di Treggiaia, al villaggio Piaggio e presso il Teatro Era (fino a poco tempo fa blindatissimo), il quale Teatro, in particolare, è stato aperto il 31 Ottobre per una festa notturna dedicata ad Halloween (era la prima volta?), andando incontro, immagino, ad una richiesta proveniente dal mondo giovanile o dal business del divertimento. Così, grazie a Halloween, il Teatro nazionale pontederese è stato trasformato (e lo dico apprezzando la cosa) anche in una discoteca, anticipando probabilmente quanto accadrà nello spettacolo “DJ SHOW”, presente nel cartellone ufficiale. Merito forse del "declassamento" che ci impone di cercare anche altre entrate?
Confesso comunque che al di là dei costi a carico del Comune (che nel 2024 comunque furono spropositati) non ho niente contro i festeggiamenti di Halloween. Né contro una certa cultura horror che l’accompagna e che dilaga non solo da noi (l’Economist ha appena dedicato un articolo sull’imponente business dell’horror).
Aggiungo anzi che Halloween mi è parsa una festa partecipata anche da quei pontederesi le cui famiglie provengono da diversi paesi del mondo e si riconoscono in tradizioni culturali e religiose differenti. Certo, mi sembra che siano stati, come sempre, soprattutto i bambini e i giovani a divertirsi di più. Ma i nuovi italiani sono loro. E a loro toccherà costruire, insieme ai ragazzi nati in famiglie autoctone, l'Italia (e la Pontedera) del futuro.
Ora, tornando a Pasolini, è chiaro che riconoscendosi nei riti di Halloween giovani autoctoni e giovani alloctoni tradiscono le “lucciole” e le radici profonde dei loro padri. E così facendo modificano la loro identità e quella della comunità in cui vivono e al tempo stesso danno vita ad una nuova tradizione (importata qui da altri paesi). Ma, come ci ha insegnato il grande storico Hobsbawm, in fondo tutte le tradizioni, incluse le feste, sono state inventate da qualcuno o importate da fuori. Halloween è solo una di queste.
Ma se funziona e se viene adottata da genti di provenienze diverse, se diventa un punto di incontro per nuove generazioni di origini culturali ed etniche differenti, se unisce e non divide, beh, che Halloween sia!
Ma, per favore, senza sprecarci troppe risorse pubbliche. Non ce n’è bisogno.
Nessun commento:
Posta un commento