Quando circa tre anni fa cominciai a chiedere pubblicamente che il Teatro Era si aprisse di più alla città e alla domanda e all’offerta di cultura espressa dal territorio, non immaginavo che sarebbe successo tutto questo e in così poco tempo. Anche perché autorevoli esponenti del potere cittadino mi spiegarono allora (e anche dopo) che no, il teatro Era, per il suo carattere nazionale, per la sua struttura speciale, per i suoi costi di base non poteva accogliere il variegato mondo culturale cittadino. Viveva di luce propria.
Si, questa tesi me la spiegarono in diversi, perché io insistevo a dire che nel nostro teatro si poteva fare molto di più, incluso spettacoli musicali, opere liriche, formazione e davvero tanto altro.
Poi sono cambiati gli assetti del Teatro della Toscana. E' arrivato Massini. Uscito di scena il vecchio direttore responsabile. E' giunta in città anche la Fondazione Fabbrica Europa. E il declassamento (almeno temporaneo) del Teatro. Lo scontro col Ministero alla Cultura.
Così non mi sono meravigliato quando in questi mesi ho saputo che al Teatro Era si sarebbe organizzata una festa notturna per Halloween, e ancora la festa induista della luce, e poi spettacoli alla Dj show, e finalmente allestita una serata per l’ultimo dell’anno. Un capodanno a teatro, come da tempo fanno a Bientina, a Casciana Terme e a San Miniato no, ma perché i sanminiatesi il loro teatro ottocentesco non sono mai riusciti a ricostruirlo nel dopoguerra, mentre i pontederesi hanno ricostruito una cittadella del teatro e utilizzarla poco è un’assurdità.
Certo, visto lo status pontederese di teatro "nazionale", mi sarei aspettato uno spettacolo classico di alto profilo culturale. Oppure, in sintonia con la tradizione di ricerca teatrale di Pontedera, che sta tra Barba, Grotowski, Bacci e Santeramo, una serata ai confini della provocazione scenica, ma sempre di alto livello.
Poi ho appreso che il Teatro Era finirà l’anno con uno show di Jerry Calà, che di sicuro il nostro scomparso cinema Massimo e forse il cinema-teatro Roma (ora trasformato in sede di attività e formazione musicali) non avrebbero disdegnato. Allora ho pensato ad un segnale di pace da inviare al Ministro Giuli. Invece niente di tutto ciò.
Ho scoperto infatti che la serata non la organizza il Teatro della Toscana. Bensì un soggetto terzo: l'associazione Fabbrica Europa. Ovviamente in accordo e ipotizzo su richiesta del Comune di Pontedera, che, non predisponendo quest’anno alcun concerto in piazza (ha finito i soldi?), una festicciola per l’ultimo dell’anno sente l’obbligo morale di donarla alla città, ma questa volta a spese dirette dei cittadini. Il biglietto individuale infatti è previsto in 60 euro, ma siccome per acquistarlo si deve passare da un sito online, tra commissioni e altri diritti incomprensibili mi pare che il costo della serata salga a oltre 70 euro a persona, che per vedere Jerry e fare un piccolo brindisi (la cena non è prevista) mi sembra un tantinello eccessivo.
Ora però quello che un vecchietto rompiscatole come me si chiede è perché il Comune e Fabbrica Europa non abbiano coinvolto un’associazione culturale cittadina, magari a carattere musicale, per organizzare il veglione. Già, perché?
Comunque è già così innovativo che il Teatro Era, sia pure attraverso il Comune e un’associazione esterna, metta a disposizione la struttura e organizzi una serata di fine anno, che, dai, va bene anche Jerry. Non facciamo troppo gli schizzinosi.
Il problema invece è nato con alcuni miei amici. Altri terribili spocchiosi vecchietti che quando ho detto loro che pur di andare a teatro avrei accettato anche Jerry, sborsando i 70 euro richiesti (non mi pare siano previsti sconti Coop o per over 65) e sostenendo che comunque era un evento straordinario questa apertura teatrale, mi hanno guardato storto e mi hanno preso in giro, chi sostenendo che mi stavo proprio rammollendo, chi alludendo al mio evidente declino mentale.
Beh, non lo so se abbiano ragione loro. Ma considero il veglione a teatro una piccola conquista cittadina. Un semino che spero dia frutti in futuro. E anche se avrei preferito qualcosa di gestito dalle associazioni culturali del territorio (perché non investire sui nostri giovani?), apprezzo il cambiamento nelle scelte dell’amministrazione.
Quindi, Hurrà per Jerzy!
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