Dopo un lungo tira e molla la candidata pisana prorogata dal PD alle ultime elezioni regionali è stata rieletta. Con una valanga di preferenze. E poi rinominata assessora da Giani (col sostegno, si dice, della Schlein e il dispetto, si dice, di alcuni ex sindaci PD di importanti comuni toscani, diventati sì consiglieri regionali, ma senza assessorato). Complimenti e auguri.
A questo punto però il PD pontederese e diversi sindaci della Valdera, che avevano dichiarato, a settembre, che con la candidata originaria di Capannoli la Valdera e Pontedera non sarebbero stati abbastanza rappresentati in regione, ora hanno un problema.
Per superarlo dovranno almeno dichiararsi pentiti. Forse chiederle scusa. O provare a buttarla in fallo, magari sostenendo che avevano solo scherzato.
Altrimenti con che faccia nei prossimi mesi si presenteranno davanti a lei in regione a chiederle risorse per i vari progetti della Valdera?
E soprattutto con che faccia torneranno ad abbracciarsi, sorridersi e baciarsi alle varie inaugurazioni o negli incontri pubblici?
E lei, la rinominata assessora regionale, con quali pensieri e sentimenti li accoglierà, sapendo che poche settimane prima quei sindaci e il PD pontederese hanno provato a farle lo sgambetto?
Potrà mai perdonarli? In fondo sono tutti uomini e donne del suo stesso partito. Amici e compagni.
Ma potrà dimenticare che alcuni di loro si erano perfino autosospesi dal PD per sostenere una candidatura che avrebbe potuto fare saltare la sua carriera politica?
Potrà dimenticare che il PD pontederese per questa ragione aveva bloccato le feste cittadine dell’Unità?
Potrà scordare che addirittura l’intera giunta comunale pontederese si era autosospesa dal PD per protesta, mentre il PD pontederese polemizzava pubblicamente con lei per il suo “silenzio” sulla candidata esclusa dalle liste elettorali?
Già, l’autosospensione: com’è finita poi?
A tarallucci e vino?
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