Ma se hanno paura di dare i numeri catastrofici della mostra di Bansky & Amici, se non riescono a far partire i lavori sui parcheggi della biblioteca (che dopo 50 anni, nel 2025, farà meno prestiti librari di Pisa SMS), se non riescono a risolvere lo scandalo dei troppi edifici pubblici inutilizzati (vedi scuola Curtatone), se si fanno "bocciare" dalla stessa amica Regione il nuovo piano regolatore, potevano mai riuscire a gestire bene un progetto complicato come quello del viale Piaggio, propagandato per due mandati elettorali dagli “oligarchetti” del centro-sinistra pontederese, col consenso politico di un partito che esiste solo per rastrellare consensi, gestire il micropotere locale e favorire folgoranti carriere?
Direi proprio di NO.
E non è finita qui. Perché la caduta del castello progettuale avrà probabilmente un costo salato (via Tari e altro) per il grosso della comunità e delle frazioni, la cui sfortuna è di guardare a tutto questo con occhi imbambolati, o distratti e scettici, continuando, almeno in parte, a pensare che gli artefici dello sfarinamento urbanistico siano pur sempre i “migliori”. Già, i migliori.
Certo sarebbe interessante sapere che fine abbiano fatto tutte le chiacchiere profuse nei famosi dialoghi urbani e che bilancio ne traggano gli attavolati di allora.
E chissà se questi dialoghi prevedevano anche il ridondante ed emblematico cantiere frontecimiteriale oppure no.
Ma non credo che anche da questo versante arriveranno risposte. Perché gli agglutinati attorno al famiglio politico dominante sanno che possono solo battere le mani o mugugnare in privato.
Criticare, chiedere spiegazioni e “numeri” è severamente vietato per chi voglia continuare a fare parte non solo del cerchio magico degli amici (ed ambire quindi a incarichi e prebende), ma anche per chi desideri almeno mantenersi nel secondo cerchio (quello di chi può chiedere favori) e non essere scaraventato tra gli ignorati o, peggio ancora, tra i reietti.
Quello che continua invece a meravigliarmi (ma, data l’età, non più di tanto) è il silenzio degli architetti giovani e un po' fuori dai cerchi. Da queste figure di dannati, nel secolo scorso, un po' di idee critiche e alternative erano venute fuori. Magari perché incoraggiati da un’associazione come Legambiente Valdera, oggi confinata in una fase che oscilla tra mindfulness e fitness, che farà di sicuro bene agli attempati soci e socie, ma che sembra avere poco impatto sull’ambiente circostante.
Poi ci sono le opposizioni, che dovrebbero scavare con metodo, con civismo e continuità in queste macerie urbane per dimostrare che hanno uomini, donne e idee progettuali valide per rimediare; opposizioni che dovrebbero dialogare coi cittadini, se vogliono seriamente accreditarsi per rilanciare la città e non limitarsi a sporadiche lagnanze.
Operazione assai difficile quella di accreditatsi, perché quelli che hanno in mano oggi il potere locale (gli oligarchetti) sono un pugno di uomini e donne sveglio, di discreta abilità e astuzia politica e saldamente ancorati agli interessi che contano.
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