BIBLIOTECHE PROVINCIALI, UNO SPIRAGLIO DI LUCE
L'approvazione del maxiemendamento al decreto legge 78/2015 sugli enti locali, avvenuta nei giorni scorsi prima al Senato e poi alla Camera, introduce un bello spiraglio di luce per le magnifiche sorti e progressive delle nostre biblioteche provinciali, e, per quanto ci riguarda, per la importante biblioteca provinciale pisana, che aderisce alla Rete Bibliolandia e finora era stata lasciata nel limbo in attesa di sapere cosa farne. Cosa dice in particolare l'emendamento all'art. 16 del dl 78, ora diventato legge operativa? Due cose molto interessanti. Una rispetto al patrimonio documentario, l'altra rispetto al personale.
Il patrimonio e l'immobile che lo contiene possono entrare a far parte del patrimonio dello stato e se entro il 31 ottobre p.v. il ministro Franceschini decide con un decreto che lo vuol fare, il patrimonio documentario della biblioteca provinciale di Pisa diventerà dello Stato. Naturalmente servirà un accordo con la destruttutanda Provincia di Pisa, ma questo, I suppose, non dovrebbe costituire un problema (tuttavia incrocio le dita). Ovviamente può darsi che il patrimonio della biblioteca provinciale venga assegnato ad una biblioteca statale già presente su Pisa, tipo la Biblioteca Universitaria Pisana (che contrariamente a cio' che dice il nome è una biblioteca statale che fa capo al MiBACT), oppure venga assegnato all'archivio di stato di Pisa. Ma questi sono al momento dettagli su cui non conviene soffermarsi.
Vediano invece il nodo del personale. Bene, anche qui, sempre in virtù del medesimo maxiemendamento, ormai diventato legge dello Stato, se il ministro Franceschini vorrà, il personale della biblioteca provinciale verrà traghettato, mediante procedura di mobilità, verso il MiBACT e questo potrebbe destinarlo alla gestione della biblioteca provinciale affidata, come organo esterno, ad una istituzione tra quelle indicate sopra.
Sono sicuro che le cose non andranno così lisce e che per la legge di Murphy tutto quello che potrà andar male lo farà. Ma almeno sulla carta il maxiemendamento su cui ha messo le mani lo stesso ministro Franceschini (che il santo protettore degli archivi e delle biblioteche gliene renda merito) non è stato architettato male. Certo, come al solito, ci sono da fare accordi e poi nuovi decreti, ma questo dl 78/2015 per le biblioteche provinciali e per gli archivi di stato (di cui dirò a parte) rappresenta uno spiraglio di luce, che può illuminare il sentiero professionale degli archivisti e dei bibliotecari di buona volontà e dei loro utenti, i ricercatori, che di archivi e biblioteche hanno bisogno per lavorare seriamente.
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