giovedì 20 agosto 2015

KHALED AL-ASSAAD È UN MARTIRE DELLA CULTURA. MERITEREBBE UN NOBEL ALLA MEMORIA. POTREBBE ESSERE DATO ALLA FAMIGLIA.

Se i dettagli e le informazioni rilanciati dalla stampa internazionale corrispondono alla verità, il direttore del sito archeologico di Palmira, KHALED AL ASSAAD, è un martire della cultura e della civiltà. Ma soprattutto un martire per tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a qualunque fede o credo appartengano, che fanno della cultura e dell'umanesimo una conquista di civiltà irrinunciabile. Bene hanno fatto l'Anci e e il Ministro Franceschini a voler far mettere le bandiere italiane a mezza asta nei musei italiani per ricordare il suo sacrificio. Ma forse si può fare di più. Forse l'Accademia delle Scienze della Svezia dovrebbe attribuirgli un premio Nobel speciale. Un premio da attribuire alla famiglia. Un premio per la difesa dei valori culturali dell'umanità. La sua morte sembra il segno di una barbarie che speravamo di non vedere tornare con forza e con stupidità sulla scena della storia. Ma che invece periodicamente torna a colpirci come un'epidemia endemica che non riusciamo a debellare del tutto e contro la quale non ci sono cure definitive. Una barbarie a cui non dobbiamo però  né piegarci, nè assuefarci. Mi auguro che questa barbarie non dilaghi, ma temo che non basteranno le parole a fermarla. Esprimo solidarietà verso KHALED AL ASSAAD e la sua famiglia. E spero che il suo coraggio ci dia la forza per resistere alla barbarie e di combatterla.

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