lunedì 10 agosto 2015

RENZI, LA BALENA ROSA E LE MAGGIORANZE VARIABILI. RIFLESSIONI A CALDO.

Una domanda si aggira per l'Europa: Dove va e che cosa ha in mente esattamente il leader Renzi? Prima risposta: Il leader della balena rosa, alias il Pd, va dove lo porta il cuore ovvero verso una gestione possibile del paese e dei problemi che gli piombano quotidianamente addosso, il tutto in forma compatibile con l'evoluzione disordinata del sistema-mondo in cui Little Italy è inserita e con le numerose e gravi tare che il country si trascina dietro (molta criminalità, troppa abitudine ai privilegi e poco senso civico in primis). SuperMatteo cerca di far ripartire l'economia e lo fa come può e con chi può, tenendo presente che il suo partito, la balena rosa, che assomiglia sempre di più alla vecchia dc, ma con qualche sfumatura di sinistra in più, lo sostiene, in parlamento, solo al 70 o al massimo all'80 per cento. Inoltre in Parlamento (che visto dall'esterno sembra un'autentica gabbia di matti) non ci sono maggioranze facili e stabili. Da qui perciò sono nati non solo l'accordo strategico e strutturale con il centro destra del morituro Alfano, ma anche il patto del Nazareno col mezzo risorto Berlusca, le trattative con l'ipercinetico Verdini e altro di cui non sappiamo ma che di sicuro il boyscout fiorentino si sta inventando (gli accordi imprevedibili e le sparate contro i sindacati costituiscono il suo vero capolavoro politico). Il machiavellico ragazzaccio, che gode di un notevole consenso popolare, si muove in maniera spregiudicata e pragmatica, in un contesto molto conservatore, cercando di tenere sé e il suo partito al centro del gioco politico nazionale, in una situazione come sempre molto incasinata e confusa. Per resistere usa maggioranze variabili, indispensabili di volta in volta per superare le trappole di cui è pieno il gioco parlamentare e politico. Sembra un neogiolittiano in un'Italia post-moderna. Ma al di là di una generica modernizzazione e dei buoni propositi che strizzano gli occhi ad una piazza spinta al forcaiolismo dalla crisi economica e del ridimensionamento dell'assistenzialismo statale, al di là di un europeismo di necessità e del tentativo di rafforzare la presidenza del consiglio a scapito del Parlamento, non c'è e non ci può essere con lui (e nemmeno con qualcun altro) un disegno politico chiaro e coerente. Per ragioni di peso specifico di Little Italy e per ragioni culturali. Le grandi "narrazioni" sono davvero finite. E con loro i grandi progetti. Per questo i leader e gli aspiranti tali possono solo darci l'illusione di avere in mente un disegno intelligente. Ma la verità (che non vogliamo assolutanente sentirci dire) è che di fatto si accontentano di adattarsi alla complicata realtà che vivono e alla quale darwinianamente tentano di adeguarsi al meglio (almeno per loro). E tuttavia la sensazione è che dentro il machiavellico Renzi abiti anche un furbo boyscout cresciuto, almeno in parte, all'ombra della parrocchia e della Chiesa. Se questa ipotesi è plausibile, ecco allora far capolino l'idea di una narrazione più complessa, se non forte. Naturalmente di ispirazione cattolica, per quanto poco sbandierata. Ed è questa a fornire un senso più ampio al convulso agitarsi del prode Matteo. Questo dna cattolico lascia infatti intravede tra gli antenati del giovanotto di Rignano non solo il messianico La Pira e quell'attivissimo toscano che fu Amintore Fanfani, ma anche l'astuto e purtroppo sfortunato Aldo Moro. Pare insomma di intuire che, zitto zitto, SuperMatteo incarni anche il ritorno ad una centralità cattolica che oggi, in un Italia smarrita, popolata da comici e brancaleonici politici, asfaltata per sempre la sinistra laica, rappresenta comunque un approdo politico serio, in perfetta continuità con la più forte e longeva tradizione culturale del Paese. Di sicuro è stato il disegno cattolico, tratteggiato in maniera leggera ma sicura, a fagocitare nel ventre di un balena bianca ora diventata rosa i frastornati nipotini di Gramsci e di Togliatti (molti dei quali non hanno ancora capito da quale tsunami sono stati travolti), a tenere a bada i rincitrulliti bisnipoti del duce e a imbrigliare una destra senza più arte ne' parte. Un disegno politico certo volitivamente voluto da Matteo ma indubbiamente aiutato da molti amici e benedetto dalla Provvidenza, che però dispettosamente, almeno per chi scrive, tiene in vita anche grillini e leghisti, imbarbarendo così la nostra sempre più stralunata e incomprensibile vita politica nazionale e locale. Sulla durata però del progetto catto-renziano, non avendo imbeccate dall'Alto, non è possibile fare pronostici seri. Certo, SuperMatteo, che ha l'aria di un grande imbonitore, ci sa fare: ma sembra questa l'unica immarcescibile certezza di cui oggi si dispone.

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