CRISI GRECA: IL PARLAMENTO TEDESCO VOTA IL PIANO DI "SALVATAGGIO". QUELLO ITALIANO NEMMENO NE DISCUTE. I GRECI PRENDONO I SOLDI, POI IL GOVERNO SI DIMETTE E FORSE IL PARLAMENTO SARA' SCIOLTO PER ANDARE A NUOVE ELEZIONI.
Paese che vai, usanze che trovi. I tedeschi discutono in Parlamento se prestare alcuni miliardi di euro, dei loro euro, di euri tedeschi, ai greci in un insieme di 86 miliardi provenienti da altri stati e dal FMI in tre anni. E hanno perfino il coraggio di ammettere pubblicamente che non sanno se il piano di salvataggio servirà, ma sostengono che politicamente la cosa va fatta per il bene dell'Europa. Siamo tre giorni dopo ferragosto, e i tedeschi votano. Ganzi, loro.
E noi in Italia? Un pò di chiacchiere sui giornali (ma poche a dire il vero, anche da parte dell'opposizione esterna al governo e nessuna dall'opposizione interna), non sappiamo nemmeno quanti euri italiani ci costerà questo sostegno, non sappiamo dove prenderemo questi soldi (tasse, debiti, finanza creativa?), ma il Parlamento è in vacanza e quindi sarà il governo italiano a dare un ok scontato al salvataggio greco. In uno dei paesi più bicamerali e ultraparlamentari del mondo, questi argomenti non sono roba da parlamento. E la nostra opinione pubblica? Sembra si sia stufata di questa storia. Così, tanto per confondere un pò le acque e titillare i suoi lettori germanofobici, rigorosamente sdraiati sotto l'ombrellone, il Corriere della Sera spara con uno dei suoi commentatori di punta contro la grande Merkel e la forte Germania. Che ganzi che siamo anche noi!
Intanto Tsipras, il leader del governo greco messo sotto tutela dalle istituzioni europee, dopo aver promesso mari, porti, aereporti e monti all'Europa, una valanga di riforme e chi più ne ha più ne metta, incassa i soldi, poi si dimette e tra un mese in Grecia forse si va ad elezioni anticipate. Sembrerebbe una barzelletta. Peccato che sia tutto vero.
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