CARO SAVIANO IL SUD NON PUÒ SALVARLO UN RENZI SUPERMAN MA SOLO IL CORAGGIO, IL TALENTO, LE IDEE E I SOLDI DELLE DONNE E DEGLI UOMINI DEL SUD
No, caro Roberto, la lettera da lei indirizzata al nostro amato giovane premier, comparsa su La Repubblica del 1° agosto, non è l'ultima di un romantica serie di lettere meridionali. È un testo vistosamente retro', con quel filo che strappa forse la lacrima, ma che usato come argomento retorico nel 2015 suscita, almeno in alcuni, un sentimento opposto. È una lettera con poco senso storico e, mi perdoni, senza una vera comprensione di quello che sta accadendo oggi. In Italia e nel suo stupefacente far west meridionale.
Che un Renzi superman intervenendo in tempo, subito, con un decreto urgente da approvare in consiglio dei ministri, prima di ferragosto, non si sa con quali risorse, nè per investirle dove, possa davvero salvare il nostro mezzogiorno, via, non lo può crede più nessuno. Temo non lo creda nemmeno lei, quando la mattina si fa la barba, da solo, in bagno, e può confrontarsi con la crudita' consapevole dei suoi veri pensieri.
Nella sua lettera poi ci sono idee che non avrei immaginato potesse far sue. Una per tutte. Ma per quale ragione ad esempio la diminuzione della natalità del mezzogiorno (che credo resti comunque superiore a quelle dalla mia Toscana) sarebbe un male in un mondo già affollato da più di 7 miliardi di individui? Fare molti figli come conigli è oggi oggetto di riflessione perfino nelle più tradizionali sedi religiose. Allora perché lei rispolvera la forza e l'indice della natalità di buonanima memoria per chiedere più risorse per il Sud? Ma che argomento è? Ha mai letto le riflessioni del politologo Sartori su questo tema? O quelle di molti scienziati che sostengono che il peso demografico potrebbe essere un problema per il pianeta e per le aree depresse nello specifico?
Quanto all'idea che il Sud abbia bisogno per tornare a crescere di forti investimenti esterni di per sé non è sbagliata, ma quando si hanno regioni amministrate come quelle meridionali, da classi dirigenti meridionali, che non riescono nemmeno a spendere una parte delle risorse che l'Europa ha destinato alle regioni meridionali, è evidente che il problema è interno alle regioni del sud più che alle risorse esterne. Hai voglia di buttar soldi, se li butti nel deserto.
Temo che anche lei abbia chiaro che il Sud lo possono salvare solo il coraggio, il talento, le idee e i soldi degli uomini e delle donne del Sud. Perchè è doloroso dirlo ma la criticità di queste regioni non sta nell'assenza dello stato (o come dice Svimez in questi giorni nell'assenza dell'Europa, o nella fine del piano Marshall, o nella crisi irreversibile dello stato assistenziale, e, perchè no?, nella crisi dell'Onu), quanto piuttosto nella fragilità della società civile meridionale, come suggeriscono studi ormai consolidati e condivisi nell'ambito della letteratura scientifica internazionale sulle regioni e sulle aree che non riescono a crescere. E per superare questa fragilità, altro che Renzi ci vuole!
No, non credo proprio che Renzi potrà far completare al meglio la Salerno - Reggio Calabria e mantenerla in perfetta efficienza. Nè potrà far funzionare meglio lo Stato in certe Regioni piuttosto che in altre. L'idea che esce dalla sua lettera a Renzi pubblicata oggi su Repubblica ovvero che un brav'uomo solo al comando di un popolo possa cambiare le caratteristiche di quel popolo e di quei territori, sopratutto se hanno molti problemi, compreso quello di un forte livello di criminalità e forse di un modesto senso civico, rivela un pensiero ingenuo che, mi perdoni, ma non oso attribuirle.
Mi sono fatto di lei l'idea di uno scrittore che coglie e restituisce la complessità tragica della società contemporanea e dei rapporti sociali che la innervano.
Una lettera come quella inviata a Renzi ha invece un pò il sapore di un letterina inviata a Babbo Natale. La si può scrivere e spedire, certo. Ma quando a scriverla è l'autore di "Gomorra", c'è qualcosa che stride. Qualcosa che non torna. Almeno per me. Cordialmente, Roberto.
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