IL CASO GRECO CONTINUA AD INSEGNARCI UN SACCO DI COSE
Il primo insegnamento. Il Fondo Monetario Internazionale certifica che il debito greco è troppo grosso per farlo crescere ancora con la speranza ragionevole che possa essere rimborsato. FMI ritiene che nessun governo greco potrà fare riforme tali da far ripartire il paese e ripagare i debiti. Se queste cose le avesse dette prima dell'accordo UE-Grecia era meglio, ma non si può avere tutto nella vita.
Secondo. Il governo Tsipras non ha più la sua maggioranza originaria. Una parte di Syriza non sta più con Tsipras e lo stesso Tsipras ha siglato un accordo in cui non crede e non sa sa riuscirà ad onorare. Insomma l'affidabilità di Tsipras è bassina a fronte degli oneri che formalmente si è assunto. Se non fosse vera, sembrerebbe una commedia kafkiano-pirandelliana, con un tocco di incomprensibilita' alla Odin Teatret.
Terzo. I vari attori di cui si compongono le istituzioni europee (quella che si potrebbe chiamare la governance europea) si trovano tra il disimpegno del FMI, l'inaffidabilita' del governo e del parlamento greco e un'opinione pubblica europea che se esiste è comunque nazionalistizzata e divisa da più fratture, cicale/formiche, paesi nordici e paesi mediterranei, conservatori e socialdemocratici, il tutto però in maniera molto molto confusa.
Insomma un bel guazzabuglio medievale.
Mi auguro solo che la Merkiavelli del nord, come Ulrich Beck ha chiamato Angela Merkel insieme ad altri giornalisti tedeschi, riesca a sbrogliare la complicata matassa economico-politico che ha alle mani. Perché sia pure in maniera informale ma sostanziale la costituzione non scritta dell'UE sta affidando al governo tedesco e al suo leader un ruolo di coordinamento e mediazione dello scenario della crisi greca, così come della crisi Ucraina. Un ruolo per il quale non invidio punto la Merkel. Un ruolo che probabilmente lei stessa, come ha ben argomentato Angello Bolaffi nel bel libro "Cuore tedesco" (Donzelli, 2013), non avrebbe nemmeno voluto recitare. Checché ne pensino i suoi detrattori.
Nessun commento:
Posta un commento