Biblio Gronchi sempre più in stato confusionale. Non solo nel 2023 ha perso ancora circa il 30% di prestiti librari su scala annuale rispetto al 2019,non solo non ha riparato il muro da cui piove dentro la sede; non soltanto non ha recuperato presenze significative di studenti nelle aule di studio rispetto al precoviid, non solo ha ridimensionato il ruolo della biblioteca ragazzi e di molti altri suoi servizi culturali (archivio storico, archivio fotografico, ecc), non solo ospita da un anno una postazione della segreteria universitaria (per altro in una situazione da profughi, nell’ingresso, senza un minimo di privacy, accanto alla bancarella libri), ma adesso ha concesso in affitto 3 giorni alla settimana l’auditorium De Martini ad un istituto scolastico. E non per un periodo temporaneo o per ragioni di emergenza della scuola stessa.
No, non c'è nessuna emergenza scolastica. Si tratta di una scelta strutturale e duratura che ipoteca un pezzo del futuro della biblioteca a favore di una scuola privata. Tanto dell’auditorium non sanno che farne. Lo usano poco. Tutto qui. Obiettivo del Comune ottenere un po' di soldi, 5 o 6000 euro all’anno forse (la determina che approva questa scelta, la n. 1190/2023, e che dovrebbe accertare le somme non le quantifica annualmente) e soprattutto fare un favore ad un prestigioso istituto scolastico privato che cresce, ha bisogno di spazi e, resosi conto della debolezza della biblioteca, si accaparra un luogo e un’istituzione affogata tra i ponteggi e in palese confusione gestionale. Infatti la convenzione con l’istituto scolastico è addirittura quadriennale, ovvero copre un periodo, dal 2024 al 2027, in cui questa amministrazione comunale potrebbe non essere più nemmeno in sella, compresa la funzionaria che ha sottoscritto l’atto. Un atto che sostanzialmente conferma, se ce ne fosse bisogno, che per questa giunta Biblio GRONCHI è un peso e un’ansia; che gli importa poco se attira pubblico adulto o no; che non intende fare niente per recuperare lettori in sede, cercando di tornare alle frequentazioni del livelli pre-covid; che gliene importa poco dei giovani universitari; che gliene importa ancora meno di ritessere relazioni con le numerose associazioni cittadine con le quali negli anni pre-covid erano stati costruiti molti eventi nell’auditorium. Perciò se viene qualcuno che, al posto loro, sa come utilizzarne gli spazi della biblioteca (anche se non per ragioni di pubblica lettura e anche se questa scelta esclusiva preclude ad altre associazioni culturali cittadine di fare altrettanto), e questo qualcuno offre un po' di soldi al Comune in cambio dell’uso dell’auditorium, ben venga, si accomodi.
Certo, per salvare la faccia, nella convenzione si dice che se proprio la biblioteca avrà bisogno qualche volta dell’auditorium nei tre giorni affittati potrà ottenerlo mettendosi d’accordo con l'istituto scolastico. Che diamine, in fondo in fondo è pur sempre un bene (?) comunale.
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