venerdì 8 dicembre 2023

DOVE STA ANDANDO IL PALP?

PALP nasce nel 2016 nell’ex Palazzo pretorio. È uno spazio espositivo, realizzato e aperto al pubblico dal sindaco Millozzi e dalla sua assessora alla cultura Liviana Canovai. Obiettivo? Recuperare uno dei pochissimi palazzi storici di Pontedera e puntare ad inserire la città e il suo centro nel circuito delle città d’arte, con un occhio di riguardo anche all’arte contemporanea, tentando qualche sinergia col Museo Piaggio. Il tutto puntando ad attrarre turisti ed acquirenti per i nostri negozi.

A me allora il progetto sembrò una forzatura. Sia rispetto alle mostre d’arte dell’Autunno pontederese sponsorizzate anche dalla presidenza della Repubblica, ma quando al Quirinale abitava un pontederese: Giovanni Gronchi. Sia per il livello artistico e quello delle stesse collezioni e dei collezionisti presenti in città. Infine rispetto alle relazioni che nel settore artistico potevamo attivare e coltivare. Inoltre tra i numerosi istituti superiori presenti in città, l’indirizzo artistico non c’era e allo stesso liceo classico le ore di storia dell’arte si stavano riducendo al lumicino. Si, c’erano i natali dati ad Andrea Pisano da noi ribattezzato da Pontedera. Ma quanto poteva valere oltre le nostre rotatorie?
Anche le risorse che Comune e Fondazione cultura, col sostegno indispensabile di Regione Toscana, potevano mettere in gioco mi parevano modeste.
Ma scommettere sulla cultura è sempre una sfida intrigante e non è mai solo una questione di soldi. Per questo tacqui.
Devo solo aggiungere che la gestione del PALP, affidata da Millozzi alla Fondazione cultura, al cui vertice fu messa la coppia Andrea Modesti & Daniela Pampaloni (quest' ultima ex assessore alla cultura col sindaco Marconcini), mi parve finire in buone mani. Non a caso negli anni successivi il PALP ci regalò alcune mostre davvero belle e di qualità (come dimostrano anche i bei cataloghi pubblicati), tutte in linea con l'obiettivo di inserire la città tra i luoghi da visitare per gli appassionati d'arte. Preciso, per palloccolosita’ congenita, che però non so nulla dei numeri che fece il PALP tra il 2017 e il 2020, ovvero nella fase a trazione Modesti & Pampaloni. Numeri che invece sarebbe bene conoscere nel dettaglio per poter dare giudizi sui successi gestionali veri. Parlo dei visitatori paganti, cataloghi venduti, costo a visitatore per mostra e indice di recupero, carnet di collaborazioni, sponsorizzazioni e altro ancora. Ovviamente il PALP fu anche qualcosa di più perché oltre alle grandi mostre in qualche modo assorbì in sé anche tutta l’esperienza delle attività del Centro d’Arte Otello Cirri. Un riassorbimento alla pontederese, ovvero senza chiarire bene il percorso, le modalità e le finalità. Ma così fu.
Detto questo, la strada verso l’obiettivo indicato all’inizio mi pareva faticosamente ma positivamente avviata.
Poi arrivarono i nostri. Si tolsero dai piedi il duo Modesti & Pampaloni, dopo averli ringraziati. Misero a gestire il PALP persone di loro fiducia, dando inizio a una strategia meno coerente (dalla mostra LEGO, alle opere di Warhol, alla nostra di Enzo Fiore). Questa nuova fase del PALP, certo, un po' anche per colpa del Covid, e sempre per quello che se ne sa (visto che numeri precisi non mi risulta siano stati forniti neppure dai nostri), non pare abbia fatto fare al PALP passi decisivi verso il firmamento degli spazi museali toscani, né abbia portato Pontedera verso l’accreditamento a città d’arte almeno di rilievo regionale, con una conseguente capacità attrattiva, anche ai fini commerciali. La stessa bocciatura della nostra recente candidatura culturale, se non brucia sull’opinione pubblica cittadina che l’ha ignorata, sembra confermare quanto appena detto. Peccato però che non abbia stimolato alcuna riflessione. Peccato.

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