domenica 14 dicembre 2025

AL PALP SI SVOLTA ANCORA

Sì, bisognava proprio rinnovarlo il consiglio direttivo della Fondazione Pontedera Cultura per realizzare una mostra così originale come quella che resterà aperta fino al prossimo marzo al PALP. 

“Pinocchio e i carabinieri” è sicuramente una chicca nel panorama culturale italiano e sicuramente avrà una grossa risonanza attrattiva sul pubblico. Non a caso in città si vocifera della prossima riapertura di un ex hotel in zona stazione per fare fronte alla domanda di camere che si è scatenata appena la grande stampa ha dato la notizia della nuova mostra, mentre i B&B cittadini sono già tutti sold out dall’avvio dei rumors sull’evento.

Strano solo che all’inaugurazione abbiano parlato tutti, tranne i membri del CDA della Fondazione Pontedera Cultura, diversi dei quali, anzi quasi tutti, neppure erano presenti alla inaugurazione. Un caso, probabilmente.

Assente è risultata anche l’onnipresente assessora della Regione Toscana (ente che pure ha patrocinato l’evento) che in occasione invece dell'inaugurazione della mostra Banksy & Friends era stata immortalata in diverse foto (ma era prima della compilazione delle famose liste elettorali del PD).

Forse per questo la presentazione è stata soprattutto un duetto tra il curatore, scelto a quanto si è intuito più dal Sindaco che dal CDA della Fondazione, e il Sindaco stesso, che non a caso ha sottolineato i reciproci rapporti di sopportazione col curatore dell’evento. 

La mostra in sé, per quanto caratterizzata da un taglio fortemente istituzionale e quindi da contenuti inevitabilmente buonisti se non “conservatori”, è carina. Rassicurante. Familiare. Immagino che piacerà ai bambini, più che ai ragazzi o agli adulti. 

Magari un po' ripetitiva, con opere di tanti (forse troppi?) autori, di diversa qualità e livello, senza veri guizzi o trovate spiazzanti e bizzarre, come invece ci si aspetterebbe dalla presenza di Pinocchio. La mostra collettiva insomma consegna il burattino (e Collodi) alle mani ammorbidenti delle istituzioni: e sapendo che cosa pensasse l’autore delle istituzioni e degli ammorbidimenti, la cosa fa bonariamente sorridere.

Nell’insieme si tratta di un patchwork che assemblea più opere e più collezioni (tra cui alcuni lavori di Silvano Campeggi, il murales ex novo di Skim e i materiali librari di quello straordinario collezionista e cultore di Pinocchio che è il pontederese Franco Ferrini).

Ne esce un insieme gradevole, ma con scarsa capacità di incuriosire. Semmai un po' scontato e lievemente soporifero: e questa è l’ultima cosa che lo scoppiettante, irriverente e irrequieto Carlo Lorenzini avrebbe voluto.

L’unico elemento spiazzante è l’ingresso gratuito alla mostra. 

Dopo l’esperimento del biglietto per la mostra dedicata a Banksy, ecco un’ennesima giravolta, segno che chi ha scelto la nuova mostra (il Sindaco? il CDA della Fondazione?) e chi ha deciso la non bigliettazione (il sindaco? Il CDA della Fondazione?) ignora non solo che la continuità paga, mentre l’estemporaneità non costruisce nulla, ma che il biglietto è un segnale di qualità della mostra e dell’evento (oltre ad una maniera legittima per rientrare nelle spese, che in assenza di biglietto saranno tirate all’osso con il taglio, immagino, anche dell’investimento nella promozione e la conseguente mancanza di informazione sull’evento).

Almeno un vantaggio però il biglietto gratuito lo regala (al sindaco e alla Fondazione). Alla fine non si potrà sapere quanti visitatori saranno passati dalla mostra. Così Sindaco e Fondazione Pontedera Cultura potranno gridare al successo senza timore di essere sbugiardati dai numeri, come invece sta accadendo con la mostra su Banksy di cui ci si rifiuta ostinatamente (pur possedendoli) di rivelare il numero degli accessi paganti.

Va da sé che anche di questa mostra (che ha un’appendice all’ospedale Lotti, contempla un'installazione in piazza Curtatone, ecc.) né il Comune, né la Fondazione si sono degnate di fornire i costi. Che sia un regalo di Collodi? Mah!

Forse non ci dicono nulla perché è meglio che il popolo non sappia. Così soffrirà di meno.

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