venerdì 26 dicembre 2025

I SOCIALISTI EUROPEI, L’UCRAINA E IL PD DI ELLY

I vincoli europei non gravano solo sui governi nazionali, ma anche sulle opposizioni. E non riguardano solo i bilanci, ma anche la politica estera. I vincoli non li impongono solo le istituzioni europee. Li mettono anche le coalizioni politiche europee.

Ovviamente chi sta all'opposizione finge di non averne di vincoli. Invece sono sul tavolo europeo e si riverberano anche nei contesti nazionali.

Un esempio? Prendiamo le decisioni assunte dal PD e dalla SCHLEIN sull’Ucraina nel congresso dei socialisti europei di Amsterdam di ottobre scorso.

La stampa italiana in quella occasione si è focalizzata su una SCHLEIN che ha attaccato Giorgia Meloni come leader poco democratica. Tendenzialmente illiberale. Una imitatrice di Trump. Invece ha ignorato che la SCHLEIN ad Amsterdam ha confermato il PD sulle posizioni dei socialisti europei che sono quelle “RIARMISTE”, “fortemente antirusse” e decisamente “filoNato”, le stesse della maggioranza Ursula. Che poi sono (con il distinguo sugli asset russi) anche quelle della Meloni.

Nel documento finale dei socialisti europei approvato ad Amsterdam (cfr. sito Pes), quindi anche da Elly:

1 si conferma l’incrollabile sostegno all’Ucraina

2 si conferma che la battaglia degli Ucraini per la libertà è anche la nostra

3 si dichiara la piena responsabilità dei crimini di guerra dei russi

4 si chiede che i russi sostengano i costi della ricostruzione

5 si invocano ulteriori sanzioni verso la Russia 

6 si sostiene l'ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea

7 si sostengono esplicitamente in Russia le forze anti Putin.

Seguono altre sberle ai nemici russi.

Ma si possono raggiungere questi obiettivi senza riarmarsi fino ai denti?

Temo proprio di no.

Che lo si faccia sostenendo il riarmo europeo e non quello nazionale cambia qualcosa? Non sembra un mero trucco retorico?

La verità è che Schlein si è allineata ad Amsterdam al mainstream socialista  subendo l’inevitabile vincolo politico europeo, destinato a riflettersi (in negativo) sulle scelte “belliciste” del PD in Italia e quindi sulla costruenda maggioranza di centro sinistra.

Ne e' riprova la mozione presentata dal PD ieri 17 dicembre alla Camera dei Deputati per la parte sulla guerra in Ucraina (che pur nelle contorsioni del testo, che è disponibile negli “Atti parlamentari”,  si dichiara favorevole a utilizzare gli asset russi per continuare la guerra). La mozione ricalca le decisioni di Amsterdam e non è risultata condivisibile dai potenziali alleati del Campo Largo, che infatti hanno tutti presentato proprie risoluzioni. 

Non il massimo per una pacifista che vorrebbe guidare una maggioranza politica di centro sinistra.

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