venerdì 26 dicembre 2025

NÉ DIO, NÉ IL POPOLO VOGLIONO IL RIARMO. MATTARELLA, MELONI E SCHLEIN SI.

I vertici delle principali istituzioni italiane (governo, presidente della Repubblica e quasi tutte le opposizioni) sono ormai compulsivamente RIARMISTI.

Ma sono solo élite. Minoranze ristrette, insomma, per quanto potentissime. E non rappresentano la volontà popolare.

Infatti LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI È CONTRARIA AL RIARMO. FORTEMENTE E APERTAMENTE CONTRARIA.

Tanto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (che presiede il Consiglio Supremo di Difesa), ne ha preso atto pubblicamente (cfr. Discorso 19 dicembre 2025, saluti di Natale alle istituzioni), per sostenere però che questo sentimento va compreso ma ignorato. Il paese dovrà riarmarsi lo stesso, in barba a ciò che vuole la maggioranza del popolo. 

Ma chi lo vuole allora il RIARMO?

Non è Dio che lo vuole. La chiesa di papa Francesco e di papa Leone è chiara. 

Lo vorrebbe, secondo Mattarella, la democrazia aggredita dagli Stati autocratici, dai quali sempre la democrazia deve difendersi, armandosi fino ai denti. Strano argomento, però. 

La democrazia infatti è espressione della volontà delle maggioranze popolari. Ma se le maggioranze sono contrarie al RIARMO e lo Stato ignora la volontà popolare e si riarma lo stesso (usando le tasse dei cittadini contro la loro volontà) non c’è una contraddizione evidente?

Ma una democrazia resta tale se va contro quello CHE DESIDERA LIBERAMENTE IL 70% dei suoi cittadini elettori?

La situazione ricorda il paradosso del 1915, quando l’Italia entrò nella prima guerra mondiale contro la volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano e perfino contro la maggioranza dei parlamentari italiani. Lì però c’era la Monarchia, c’era il Re che aveva trattato e firmato l’ingresso in guerra degli italiani all’insaputa del popolo e del Parlamento. Ne conseguirono alcune tragedie: 4 anni di guerra con centinaia di migliaia di morti e di feriti e poi l’avvento del fascismo che durò 20 anni e terminò con un’altra guerra devastante.

Tra le contraddizioni più evidenti della situazione attuale c’è anche il fatto che il nostro paese cattolico, guidato per lo più da leader che si professano cattolici (almeno Mattarella e la Meloni si dichiarano tali e si apprestano perfino a festeggiare l’800esimo anniversario della morte di San Francesco), disconosce i principali doveri dei cristiani e dei principi francescani che sono quelli di cercare ossessivamente la pace e non certo di riarmarsi. Né san Francesco, né papa Francesco hanno mai suggerito il RIARMO anche solo difensivo.

Si dimentica poi che le élite che vollero l’Unione Europea fecero tutto tranne che riarmarsi e per 80 anni l’Europa (almeno quella occidentale) è stata in pace.

Ma oggi che non ci sono più né motivazioni religiose, né ideologie politiche veramente divisive, ci riarmiamo. E in Europa lo facciamo in nome del diritto e della democrazia, ma in realtà con una decisione imposta dalle élite ad una maggioranza fortemente contraria.

L’unica speranza resta come sempre il POPOLO che però se non vuole il riarmo non potrà solo dichiararlo nei sondaggi. Perché le élite i sondaggi, quando non riescono a manipolarli, li ignorano. 

Se davvero non vuole il RIARMO, il POPOLO dovrà scendere in piazza e farsi sentire.

Soprattutto i GIOVANI dovranno fare baccano, perché i costi del riarmo ricadranno soprattutto su di loro (economicamente, fisicamente e moralmente).

Il riarmo va fermato. FERMATO.

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