giovedì 11 dicembre 2025

TRUMP E I SOCIALISTI EUROPEI

Se è vero che la pubblicazione della “National Security Strategy” degli Usa, approvata da Trump a novembre, è un atto che riguarda l’Unione Europea, è anche vero che i socialisti europei, ovvero la seconda famiglia politica che guida, insieme al Ppe, oltre al parlamento europeo, diversi singoli stati europei, dovrebbero dire che ne pensano della NSS e come intendono replicare a questa analisi assai grossolana.

Il PSE e il gruppo parlamentare europeo “S&D” (di cui fa parte anche il PD della Schlein), che si sono da poco riuniti ad Amsterdam in un congresso che non è riuscito a balbettare niente di nuovo sulla politica estera europea, sulla Russia e sull’Ucraina, non possono fare finta di nulla e lasciare i loro gruppi e i loro leader nel parlamento europeo, nei singoli parlamenti nazionali e nei governi degli stati senza un’indicazione politica che replichi alle analisi dell’oligarca americano. 

Se il socialismo europeo non è un Brancaleone decerebrato deve battere un colpo. Deve rispondere alla provocazione e indicare una via, una prospettiva, una progettualità per l’intera Europa che va dal Portogallo alla Romania.

Deve provare dire qual è la visione socialista dell’Europa rispetto alla NSS di Trump. In una versione altrettanto sintetica e sfacciatamente efficace.

Urge insomma una risposta “politica”, che si affianchi a quelle elaborate dalle altre famiglie politiche europee, con alcune delle quali bisognerà che i socialisti trattino un accordo per gestire il cammino della maggioranza parlamentare europea. Perché la UE è pur sempre una complessa democrazia plurale e orizzontale  e non un’autocrazia verticale, d’impianto rinascimentale, come stanno diventando invece gli Stati Uniti trumpiani.

Perciò i socialisti europei e il gruppo parlamentare di S&D dovrebbero convocare un convegno speciale o un congresso straordinario e dibattere a lungo sulla NSS emanata da king Trump e uscire con una risposta soprattutto chiara.

Altrimenti si certificherà che non solo gli europei sono dei nani militari (cosa che non è detto che sia poi un male) quanto soprattutto che sono dei faragginosi nani politici. Incapaci di affrontare un dialogo pubblico di portata europea sul futuro del vecchio continente. Destinati all’insignificanza.

L’Europa è sola?, come ha sostenuto recentemente Jurgen Habermas. Forse. Ma può darsi che non sia affatto un male. A patto però che oltre che a essere sola l’Europa non spenga anche la luce, ma provi invece ad affrontare con lungimiranza e coraggio il problema politico che ha di fronte e a costruire relazioni col resto del mondo basate, oltre che sul commercio, sul diritto, sulla cultura e sulla non ingerenza.

I socialisti (come pure le altre famiglie politiche di ispirazione religiosa e liberale) lo devono ai cittadini che rappresentano.

In particolare però ai socialisti non basterà continuare solo a discutere e a battersi per i diritti per avere un ruolo in Europa e per dare al continente un futuro dignitoso.

Il contesto è difficile, le soluzioni complicate, ma le famiglie politiche europee debbono impegnarsi a fare la loro parte. Del resto cos’hanno da perdere?

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