martedì 21 luglio 2015

Lapidi San Miniato

IL CORAGGIOSO ROTTAMATOR DI LAPIDI DI SAN MINIATO... LE RIMETTE QUASI A POSTO

Sono sicuro che la professoressa Marianelli sta sorridendo di questa ricollocazione alla chetichella che il coraggioso ricollocator di lapidi aveva messo in forse solo fino a pochi giorni fa. Credo che quella che si scrive oggi a San Miniato sia una piccola pagina di storia ragionevole. Con un lieto fine a cui hanno collaborato in molti. In primis il PD di SM e molti suoi iscritti che non si sono fatti schiacciare da un sindaco rodomonte che gridava, che recitava lui tutti i ruoli in commedia e che voleva decidere solo lui anche dei sentimenti antifascisti dei militanti del suo partito e dei suoi concittadini. Il PD gli ha detto chiaro e forte che non era così e che rispetto alle lapidi il partito voleva dire la sua. Così gli ha imposto in consiglio una mozione che lo obbligava a rimettere le lapidi al pubblico e ha retto la decisione. È la riprova che, se vuole, la politica può esercitare un ruolo di orientamento culturale e non delegare tutto alle amministrazioni e ai lider minimi locali. Inoltre la Sovrintendenza ha svolto la sua parte e ha chiesto al coraggioso fu rottamatore di sanare un atto amministrativo "improprio" (??) e di rimettere le lapidi in forma visibile in un luogo pubblico come il loggiato di San Domenico. Ottimo. Allo Stato e ai suoi organi compete controllare che i coraggiosi sindaci non facciano sui loro territori tutto quello che vogliono in barba alle leggi nazionali. Infine la società civile, che si è costituita in comitato Ferruccio Parri, e alcuni membri dell'opposizione hanno insistito perché la rimozione non avvenisse in sordina e nell'indifferenza generale, visto che l'intera faccenda toccava non solo sentimenti profondi della collettività sanminiatese ma anche quella radice antifascista su cui si è costruita e ancora appoggia parte della cultura politica nazionale e locale. Per ultimo, immagino che perfino chi aveva stimolato il grande rottamator a procedere sulla via della rimozione, deve averci ripensato e deve aver fatto capire al sindaco che la sua decisione, per il modo in cui era maturata, non era gradita ...nemmeno a loro.
Al rottamator di lapidi non è restato che trasformarsi in ricollocatore.
Ovviamente l'uomo dal multiforme ingegno si inventera' nei prossimi giorni qualche scusa per giustificare tutto quest'arruffio contraddittorio di mosse. Le levo. Le metto in un museo. No, le rimetto in San Domenco. No, non c'è tempo, si c'e' e ce le rimetto.. In attesa di leggere la sua autodifesa (e non invidio chi dovrà scrivergliela), resta il fatto che il ricollocator di lapidi ha fatto una figura.... poco brillante, per usare parole che il professor Baldacci segnerebbe di rosso, perché false e retoriche. Non so se quella del rottamatore/ricollocatore si possa definire la peggior figura tra quelle di tutti coloro che si sono occupati della "scottante" vicenda, ma certo si tratta di quella più incomprensibile e per certi aspetti assurda. Se San Miniato fosse un comune tedesco o anche francese, il primo cittadino non potrebbe rimanere al suo posto. Sfiduciato dal suo partito, da una parte consistente dell'opinione pubblica e dallo Stato, il primo cittadino non potrebbe continuare ad esercitare il proprio mandato come se non fosse successo nulla. Tuttavia siamo in Italia, siamo cattolicamente portati al perdono, perciò immagino che il ricollocatore continuerà a salire le scale del trecentesco palazzo dove fu podestà il novellere Sacchetti e a indossare il tricolore ai matrimoni e alle inaugurazioni. 
Sono tuttavia contento che un pò di garbo sia tornato, come pioggia benefica, in questa afosa estate carducciana sulla rocca di San Miniato. E che le lapidi sulla strage del duomo siano tornate visibili sui muri del centro cittadino. Molto rumore per nulla? Pazienza. Il difficile sarà spiegare a John Foot, lo studioso inglese della memoria divisa che molto ha scritto anche sulle lapidi di San Miniato, cosa diavolo sia veramente successo in questi ultimi mesi. Magari lo capiremo quando il rottamator/ricollocatore aprirà il museo della memoria. Ma lo aprirà?

Nessun commento:

Posta un commento