MISTICA BIBLIOTECONOMICA
Mi sono portato in vacanza uno degli ultimi scritti di Stella Rasetti (per me un GURO della biblioteconomia italiana e non solo). Parlo della "La biblioteca è anche tua!" (Bibliografica, 2014), un libro che collocherei nella classe della mistica biblioteconomica, ma con i cui stati di estasi concordo solo per un 50%. Perchè essendo un prosaico per vocazione e un bastian contrario per costituzione, la santità biblioteconomica che promana dalle pagine di Stella e tutto questo volontariato che trova il suo nirvana in biblioteca un pò mi rende perplesso. Un pò. Anche se magari Stella ha ragione. E in biblioteconomia mi fido più del suo pensiero che del mio. Ma (non me ne voglia il GURO), rispetto a certi fenomeni, preferisco un approccio più realistico: il volontariato è uno di questi. Terreno scivoloso. Dove è facile passare dall'esaltazione all'alienazione. Da una società di diritti ad una di servitù volontaria. Da una mistica della solidarietà alla negazione della professionalità. E si potrebbe continuare. Qui, alla periferia dell'impero regionale, dove si combatte una difficile guerra nelle trincee bibliotecarie, spesso volontariato è sinonimo di lavoro precarizzato e sottopagato. In queste trincee bibliotecarie molti sindaci di centro sinistra e di centrodestra sostengono con gli stessi argomenti che o "volontariato" o si chiudono i servizi. E non sono argomenti retorici. Hanno una loro crudezza (stavo per scrivere "crudeltà"). Qui si vedono biblioteche date in gestione ad associazioni culturali che "rimborsano" i loro soci, a cui teoricamente le amministrazioni e quindi le stesse associazioni chiedono servizi professionali e di qualità, con orari e prestazioni certe. Qui, in periferia, AIB si incavola e scrive lettere di chiarimento ai sindaci. Chiede di essere ascoltata. Qui, in periferia, il personale contrattualizzato delle cooperative culturali si vede licenziato e sostituito da forme di gestione a tempo più precarie (servizio civile nazionale, volontariato, partite iva, contratti a termine); e per fortuna si incavola e protesta. Qui non aiuta nemmeno la normativa regionale sul volontariato. Da alcuni non a caso giudicata un po' ambigua, come hanno dimostrato anche i balbettii su questa materia degli ultimi assessori regionali alla cultura (ma quello nuovo avrà sicuramente le idee più chiare e appena entrerà in carica è certo che ce lo farà sapere). Per fortuna però, nonostante tutti i loro limiti e le loro criticità, le biblioteche toscane stanno vivendo un momento magico. Molti giovani le hanno adottate come punti di riferimento per dare un senso e uno spazio di qualità alle loro vite precarie, anche in barba ad un certo narcisismo bibliotecario (che continua a sognare biblioteche serie aperte solo per studiosi seri) e alla superficialità di alcune amministrazioni secondo le quali tutti possono improvvisarsi bibliotecari e basta fare un pò di bookcrossing e usare libri donati e vecchie enciclopedie per dire di aver aperto una biblioteca e salvato un pò di memoria storica.
L'unico timore che mi attanaglia di fronte al successo delle nostre strutture bibliotecarie (che resta fonte di soddisfazione) è che questo exploit sia purtroppo da addebitare in gran parte all'enorme disoccupazione giovanile che affligge anche la nostra amata Regione e alla carenza di infrastrutture di lettura che dovrebbero mettere in campo (ma non lo fanno) le Università.
Detto questo, leggere testi di Stella Rasetti è come respirare ossigeno puro, anche quando l'afflato mistico prende il sopravvento e ci fa vedere cose che noi umani non avremmo mai notato in biblioteconomia (e nelle nostre biblioteche) se Stella non ce le avesse indicate.
Nessun commento:
Posta un commento