STIGLITZ, L'UNIONE EUROPEA E LA DRACMA GRECA
Il noto economista americano Stiglitz ha recentemente proposto una sua soluzione per la crisi greca. In specifico avrebbe chiesto “una riforma dell’Eurozona che punti a una vera unione bancaria, a garanzie uniche sui depositi, alla possibilità di emettere eurobond, a una politica industriale integrata e soprattutto al cambiamento di statuto della Banca centrale europea che metta tra i suoi obbiettivi anche occupazione e crescita, non solo stabilità dei prezzi”. Occorre evitare che “un blackout singolo finisca per coinvolgere tutto il sistema”. Per fare queste poche cose servirebbe un'istituzione europea forte, a cui i diversi stati nazionali dovrebbero aver ceduto una fetta importante della propria sovranità e del proprio potere, tra cui: il potere di indebitarsi, tassare la popolazione, definire una politica economica europea, in termini di sviluppo e controllo sui prezzi, e altre cosucce di questo tipo. Esiste un parlamento in un paese europeo che sia disposto a cedere questo livello di sovranità? NO. Quale leader europeo potrebbe andare davanti al proprio parlamento e chiedere un mandato per negoziare con gli altri leader europei qualcosa del genere senza rischiare di essere spedito... a casa? Di cosa sta parlando l'economista americano? Quanto ai greci, ieri Stiglitz gli ha suggerito di votare no e di riprendersi nelle mani il loro destino. Fuori dall'euro e senza i diktat della troika. Non so se ne rende conto, ma su questo punto la pensa esattamente come i conservatori tedeschi che tanto gli stanno sulle scatole.
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